Nella Giornata mondiale del gatto, la storia e l’unicità del felino più amato nel mondo
Assalti notturni, divani graffiati e peli lasciati su ogni superficie, ma anche fusa terapeutiche, “graffianti” momenti di gioco e fedeli compagni di film e tv. Schivi e socievoli a seconda dei momenti, i gatti sono gli tra gli animali domestici più scelti al mondo.
Secondo varie fonti, tra cui l’Ecology Global Network, ce ne sono sul pianeta tra i 600 milioni e il miliardo di esemplari. Più di 10 milioni quelli presenti nelle case delle famiglie italiane. Così come sono milioni le foto ed i video che hanno per protagonisti dei gatti, postati ogni giorno sui social network. Oggi, 8 agosto, questo avviene a maggior ragione perché, come ogni anno, ricorre la giornata mondiale a loro dedicata.
Venerati dagli egizi, volto delle streghe
Come ad ogni Giornata mondiale che si rispetti, il tema trattato deve essere ricordato dalle sue origini e se, come in questo caso, è il gatto ad essere protagonista, la storia inizia milioni di anni fa.
I gatti domestici, così come li conosciamo oggi, discendono infatti dal gatto selvatico africano, Felis silvestris lybica e la loro storia con l’uomo risale a circa 9.000 anni fa, con le prime evidenze di convivenza riscontrate nel Medio Oriente. Tuttavia, è nell’Antico Egitto che i gatti hanno assunto un ruolo centrale nella società. Venerati come divinità, i felini erano associati alla dea Bastet, simbolo di protezione, fertilità e amore materno. I gatti erano così importanti che la loro uccisione era considerata un crimine punibile con la morte.
Con il passare dei secoli, si diffusero in tutto il mondo, spesso imbarcati su navi per controllare le popolazioni di roditori, ma fu durante il Medioevo in Europa che la loro immagine iniziò a vivere un periodo di oscurità. I gatti, in particolare quelli di colore nero vennero infatti associati alle streghe. Intorno al XIII secolo, la Chiesa cattolica iniziò a vedere con sospetto tutto ciò che non era strettamente conforme alla dottrina cristiana e gli animali notturni, soprattutto i gatti, erano considerati creature misteriose e indipendenti, caratteristiche che li rendevano oggetto di superstizioni. Un retaggio di tale periodo continua a vivere ancora oggi in alcuni luoghi comuni e credenze, come quella che cita il gatto nero che attraversa la strada come un portatore di sfortuna.
Indipendenti ma affettuosi, simboli di fiducia e diffidenza
Fu solo dopo la fine di questa epoca buia che i gatti cominciarono a essere nuovamente apprezzati per la loro utilità e il loro fascino, fino alla presenza nella vita di gran parte di noi come ai nostri giorni.
A sceglierli come coinquilini, sono tutti coloro che ovviamente li amano al di sopra di ogni irragionevole messa in discussione della loro dolcezza. Al di sopra della storica sfida che li mette in competizione con i cani, portata avanti, puntualmente, da coloro che non sono in grado di capire a fondo le sfumature del mondo a misura di gatto.
Si, perché non è mica facile capire un gatto. Così come non è facile conquistare la sua fiducia.
Il loro fascino non risiede infatti solo nella loro antica storia, ma anche nella loro complessa personalità. I gatti sono spesso visti come animali indipendenti e riservati, ma chi vive con uno di loro sa che questa è solo una parte della loro natura. Sono creature abitudinarie, amano la routine e spesso si legano profondamente alle persone che si prendono cura di loro. A differenza dei cani, che sono generalmente socievoli e estroversi, possono sembrare distaccati o freddi, ma questo è solo un aspetto della loro autonomia e capacità di gestirsi da soli.
La loro affettuosità emerge solo in momenti scelti, quando, fondamentalmente, sono loro a deciderlo e volerlo. A fare la differenza è infine il diverso carattere di ogni individuo. Alcuni sono giocosi e vivaci, sempre pronti a inseguire una pallina o una piuma, mentre altri preferiscono trascorrere il tempo dormendo, magari in un angolo piuttosto nascosto. Alcuni sono loquaci, “parlando” con i loro miagolii caratteristici, mentre altri sono più silenziosi e comunicano attraverso sguardi e movimenti.
“Dio ha creato il gatto per dare all’uomo il piacere di accarezzare una tigre”, scrisse a metà del 1800 Victor Hugo, Perché è questo che un gatto racconta agli uomini. Incarna il privilegio di avere un felino in casa, testimonia il legame unico che l’addomesticamento è in grado di creare, rappresenta l’incrocio perfetto tra fiducia e diffidenza, qualità unica che ha permesso alla tigre, nei secoli, di condividere emozioni uniche con l’essere umano.