Dai grandi classici come Mojito e Martini alle miscele più moderne, oggi si celebra l’arte della mixology e la nascita ufficiale del cocktail
Negroni, Mojito, Margarita, Martini, Old Fashioned, Gin Tonic: icone intramontabili nei bicchieri di ogni angolo del pianeta. Dietro ognuno di questi nomi, non solo ingredienti e ricette, ma vere e proprie storie di cultura, creatività e convivialità. Oggi, 13 maggio, si celebra la Giornata Mondiale del Cocktail, un’occasione speciale per rendere omaggio a una tradizione che affonda le sue radici nella storia moderna e che ancora oggi anima bar, ristoranti e salotti.
La data non è casuale: proprio il 13 maggio del 1806, il giornalista Harry Croswell pubblicò sul Balance and Columbian Repository, un giornale dello Stato di New York, la prima definizione ufficiale del cocktail come “una miscela stimolante di spiriti, zucchero, acqua e bitter”. Una descrizione semplice ma destinata a entrare nella storia, diventando la base dell’intera cultura della miscelazione.
Il primo cocktail della storia? L’Old Fashioned
Considerato da molti il primo cocktail della storia, l’Old Fashioned incarna perfettamente quella definizione del 1806. Composto da bourbon o rye whiskey, zucchero, angostura bitter, soda, una scorza d’arancia e una ciliegina al maraschino a guarnire, è un classico intramontabile ancora oggi servito nei migliori bar del mondo. Nato nel XIX secolo, si dice sia stato codificato all’Old Waldorf-Astoria Bar di New York, anche se le sue origini affondano più indietro, quando la parola “cocktail” cominciava appena a diffondersi.
Nel 2006, in occasione del bicentenario di quell’articolo, il Museum of the American Cocktail di New Orleans ha ufficializzato il World Cocktail Day, facendolo entrare nel calendario delle celebrazioni internazionali. Da allora, ogni 13 maggio, bartender professionisti e appassionati di mixology alzano il bicchiere per onorare una tradizione che è diventata arte.