Thursday 25 April, 2024
HomeAccadde oggi“Cosa vuoi che sia una canzone?”, Vasco lo racconta da 45 anni

“Che cos’è una canzone? Qualche parola e una melodia? Uno strumento di lotta…O una masturbazione psichica? Una sensazione? Che cos’è una canzone d’amore? Che cos’è una canzone politica? Impegnato, non impegnato… Si parla molto e si ascolta poco! Per quel che mi riguarda, a far canzoni mi diverto”.

Con queste parole pubblicate sui suoi profili social, Vasco ricorda uno dei suoi Accadde oggi più importanti. Quello del primo disco. Il momento di “Ma cosa vuoi che sia una canzone“.

Un album che compie 45 anni

Il 25 maggio del 1978 usciva il primo album di Vasco, momento che consacra l’inizio della sua storia artistica.

Come ogni suo disco, “Ma cosa vuoi che sia una canzone” è esperienza e anima.

Un viaggio nel silenzio delle relazioni che finiscono, nella vita di chi si limita a vivere “soli nello stesso letto, un po’ per abitudine e forse un po’ anche per dispetto“; nella storia di un ragazzo che dice alla fidanzata: si, “tu mi parli di una vita insieme“, ma “io vorrei che tu provassi a reagire” a quel ruolo che la società ti ha prescritto.

Un viaggio di impegno sociale ed un momento per ricordarci che “mentre il tempo crea eroi“, mentre “con le mani sporche di allegria, i bambini giocano coi sassi della via“, noi ce ne rimaniamo “calmi, seduti al bar” con “i nostri piccoli guai“, che troppo spesso sembrano enormi. Finché qualcosa non tocca le nostre case.

Passando per quella che Vasco, in un’intervista radiofonica presenta come “una canzone che sembra una filastrocca per bambini“. Col provocatorio titolo Ambarabacicciccoccò, la semplicità unica delle sue melodie racconta l’incomunicabilità generazionale, con un padre che “continua ad invecchiare“, “con i giovani di oggi che non riesce più a capire“.

Ed infine, un viaggio alla scoperta di alcune delle donne che abitano il mondo di Vasco. C’è Jenny, che “è pazza” e “vuole dormire“, incarnazione di quel male di vivere che trova la sua identità nella depressione. Mentre Silvia, d’avanti allo specchio, diventa una donna. È tardi, “fuori sono le otto” e lei “trova mille fantasie che non la lasciano più andar via

Autore

Giorgia Clementi

Nata sotto il segno del leone, cresciuta nella capitale del Verdicchio. Dopo la maturità classica al Liceo Vittorio Emanuele II di Jesi scopro l'interesse per il mondo della comunicazione che scelgo di assecondare, dapprima con una triennale all'Università di Macerata, ed in seguito con una laurea magistrale in Giornalismo ed editoria all'Università di Parma. Spirito d'iniziativa, dinamismo, (e relativa modestia), i segni che mi contraddistinguono, insieme ad un amore unico per le bellezze del mio territorio.