Nasceva il 28 luglio del 1912, a Milano. La sua poesia era intrisa di malinconia ma anche di una profonda capacità di cogliere la luce e la speranza
Il 28 luglio ricorre l’anniversario della nascita di Antonia Pozzi (1912-1938), una delle voci più pure e tormentate della poesia italiana del Novecento. Nata a Milano in una famiglia dell’alta borghesia colta, Antonia mostrò fin da giovanissima un talento straordinario per la scrittura, affiancato da una profonda sensibilità che la rendeva attenta alle sfumature più intime dell’esistenza.
La sua breve vita fu segnata da un’intensa ricerca di significato, un’inquietudine profonda e un desiderio inappagato di autenticità. Si laureò in Lettere moderne all’Università degli Studi di Milano con una tesi su Gustave Flaubert, dimostrando acutezza intellettuale e una notevole padronanza della lingua.
Le sue poesie, scritte perlopiù in segreto e ritrovate dopo la sua morte prematura (si tolse la vita a soli 26 anni), sono un diario lirico dell’anima. Antonia Pozzi riversava nei suoi versi le gioie e i dolori, le speranze e le delusioni, le bellezze della natura e le angosce esistenziali. La sua poesia è intrisa di una malinconia sottile, ma anche di una profonda capacità di cogliere la luce e la speranza anche nelle situazioni più oscure.
Spesso le sue liriche sono dedicate ai paesaggi che amava, in particolare le montagne della Valsassina, luoghi che per lei rappresentavano rifugi spirituali, spazi di contemplazione e di confronto con l’infinito. Ma oltre alla natura, Antonia esplorava i temi dell’amore, dell’amicizia, della solitudine, della ricerca di Dio e del senso ultimo della vita.
La sua opera è stata riscoperta e valorizzata solo dopo la sua morte, grazie soprattutto all’impegno del padre, Roberto Pozzi, che curò la pubblicazione di diverse raccolte di poesie. Oggi Antonia Pozzi è considerata una figura centrale della letteratura italiana del Novecento, le cui poesie continuano a emozionare e a far riflettere sulla complessità dell’animo umano.
La sua tragica fine ha contribuito a creare un’aura di mistero e fascino attorno alla sua figura, ma è nella forza e nella delicatezza dei suoi versi che risiede il vero testamento di Antonia Pozzi, una poetessa che ha saputo trasformare il proprio tormento interiore in arte universale.