Wednesday 9 October, 2024
HomeAccadde oggi4 marzo 1943, ottant’anni dalla nascita di Lucio Dalla

Il 4 marzo di ottant’anni fa nasceva Lucio Dalla, protagonista tra i cantautori che hanno lasciato il segno nella storia della musica italiana. I suoi versi e la sua voce hanno dato vita a storie tramandate da generazioni, sempre vive nell’immaginario comune.

La sua musica racconta di amore e mare, senza mai abbandonare il contatto con la realtà intorno a sé. Anna e Marco, Futura, la sua amata Bologna, il tenore Caruso, un ballerino con gli occhi verdi o una “stella di mare”, incarnano valori e messaggi importanti che fanno di Dalla un cantautore impegnato nel contesto sociale della seconda metà del secolo scorso, ed ancora oggi attuale. I suoi versi parlano di guerra, solitudine, speranza, ma anche di sessualità, prostituzione e diritti, andando talvolta anche incontro alla censura.

La data di nascita consacrata in una canzone

La sua data di nascita, 4/3/1943, diventa una canzone nel 1971 quando, al Festival di Sanremo, Dalla racconta la storia di “un bell’uomo che veniva dal mare, che parlava un’altra lingua” e che “sapeva amare”. La protagonista del testo è una ragazza madre rimasta incinta di un soldato ad appena sedici anni. “Giocava a far la donna con il bimbo da fasciare” racconta di fatto il brano prima della strofa che gli causerà i problemi con la censura del Festival. Dalla aveva infatti cantato 4 marzo l’anno prima a Bologna con un testo leggermente diverso dalla versione ad oggi conosciuta.

Lo stesso titolo che originariamente era Gesù bambino venne sostituito dalla sua data di nascita, così come il verso “giocava alla Madonna con il bimbo da fasciare” che diventa “giocava a far la donna con il bimbo da fasciare“, ed il ritornello finale “e ancora adesso mentre bestemmio e bevo vino… per i ladri e le puttane sono Gesù Bambino”, che muta in “e ancora adesso che gioco a carte e bevo vino, per la gente del porto mi chiamo Gesù Bambino“.

«Ebbi subito la sensazione di aver fatto qualcosa di veramente grosso”. Raccontò il cantautore in una celebre intervista “Per due anni mi sono sempre commosso ogni volta che la cantavo. Poi cominciai a cantarla in pubblico. Da Bolzano a Palermo era uno scatenarsi di manifestazioni di consenso».

Caruso la sua canzone più famosa al mondo

Uscita nel 1986, Caruso è – come ricordò Dalla – “una canzone nata quasi per caso” dopo un breve soggiorno in un hotel di Sorrento, lo stesso dove il tenore Caruso trascorse alcuni giorni prima di morire. I proprietari dell’hotel raccontarono al cantautore di una ragazza alla quale il tenore dava lezioni di pianoforte, aneddoto dal quale trasse l’ispirazione per il suo brano.

Dei versi in grado di trasportare chi li ascolta “lì dove il mare luccica e tira forte il vento”.

Su una vecchia terrazza davanti al golfo di Surriento” la voce di Dalla ci fa conoscere un uomo che abbraccia una ragazza “dagli occhi verdi come il mare” prima di intonare alcuni dei versi italiani e napoletani più conosciuti al mondo: “Te voglio bene assaje, Ma tanto tanto bene sai, È una catena ormai, Che scioglie il sangue rint’ ‘e ‘vvene sai”.

In occasione dell’ottantesimo anniversario dalla nascita, per omaggiare il suo legame con l’artista, la città partenopea ha intitolato a Dalla una scalinata che conduce al mare da lui tanto amato.

Autore

Giorgia Clementi

Nata sotto il segno del leone, cresciuta nella capitale del Verdicchio. Dopo la maturità classica al Liceo Vittorio Emanuele II di Jesi scopro l'interesse per il mondo della comunicazione che scelgo di assecondare, dapprima con una triennale all'Università di Macerata, ed in seguito con una laurea magistrale in Giornalismo ed editoria all'Università di Parma. Spirito d'iniziativa, dinamismo, (e relativa modestia), i segni che mi contraddistinguono, insieme ad un amore unico per le bellezze del mio territorio. L'idea di fondare Capocronaca, insieme a Cristina, nasce all'inizio del 2023. Nelle sue fondamenta, la volontà di dare ai lettori una voce nuova da ascoltare e scoprire insieme a loro, cosa accade ogni giorno.