Un foglio bianco, una matita, colori a pastello, a spirito o a cera. Elementi semplici, eppure ricchi di un significato che si concretizza da secoli nella cosiddetta arte del disegno.
La incontriamo sin da bambini quando un foglio ed un colore messo in mano sono via di accesso unica al mondo della creatività. La linea colorata ha il potere di generare stupore e meraviglia. Una sorta di magia che un bambino con il tempo piega a sé per iniziare a rappresentare gli elementi del mondo che lo circonda.
Crescendo si può potenziare o lasciar affievolire. Disegnare può diventare un lavoro, un linguaggio per esprimersi, un elemento per comunicare al mondo la propria interpretazione della realtà, o semplicemente una valvola di sfogo che emerge in tratti disimpegnati, disegnati su un foglio di carta quando si è distratti.
In ogni caso, disegnare cose rimane di fatto una potenzialità umana. Dai primi anni di vita alla terza età, dai paleolitici che abitavano le grotte di Lascaux ai maestri del disegno digitale, il disegno è espressione di cultura e sensibilità, un documento che testimonia quanto lasciato dall’uomo al mondo.
A tutto questo, al disegno ed al suo valore antropologico, è dedicata la giornata del 27 aprile. Esattamente sessant’uno anni fa infatti, nel 1963, il Consiglio Internazionale delle Associazioni di Disegno Grafico a Londra decise di istituire una giornata internazionale per celebrare il disegno e colui che lo realizza. Da allora, la data è ricordata nel mondo come il “giorno del disegnatore”, il “giorno del disegnatore grafico”, “giorno dello sviluppo umano e creativo”, o semplicemente “giornata mondiale del disegno“
Non solo antropologia. Quando un disegno ti dice chi sei
Accanto al suo valore antropologico e sociologico, il disegno è una componente fondamentale degli studi legati alla psicologia. In particolar modo nella sua branca dedicata all’età evolutiva del bambino, la scienza della psiche vede nel disegno una porta di accesso privilegiata al mondo interiore del bambino. Un linguaggio da imparare a leggere per comunicare con lui e comprenderlo.
Il principio si concretizza in uno strumento che prende il nome di HTP, ovvero “House – Tree – Person”, che parte dal modo in cui un soggetto disegna su un foglio bianco una casa, un albero e una persona per capirne la personalità. Pensato per i bambini, ovviamente il test può coinvolgere anche soggetti adulti.
L’albero
Disegnando un albero, si potrebbe così scoprire che la mancanza delle radici indica la carenza di stabilità emotiva e personale, radici sproporzionate e a forma di raggi la presenza di repressione emotiva e rabbia. Per poi passare al tronco: un tronco molto sottile indica persone sensibili e delicate, oppure sottoposte a tensioni dall’esterno che minano il proprio benessere; un tronco ampio indica impulsività, uno realizzato con due linee rette precisione e capacità di astrazione e due linee ondulate socializzazione e dolcezza.
Infine la chioma. Una chioma grande è tipica di chi ha fantasia ed entusiasmo, insieme ad un piccolo cenno di narcisismo. Una chioma a spirale indica una persona con buon gusto e abili capacità comunicative, mentre una a forma di raggi o aste è simbolo di rabbia e sentimenti provocatori.
Importanti infine la presenza di foglie o frutti: le prime tipiche di una persona vivace, i secondi di obiettivi da perseguire e desideri da realizzare.
La casa
Simbolo di stabilità ed affetti, disegnare una casa porta con sé innumerevoli aspetti.
Ad iniziare dalle dimensioni: ad una casa grande sono associate gioia e benessere mentre una casa piccola è simbolo di introversione e difficoltà nell’entrare in contatto con l’altro. Porta e finestre indicano l’apertura verso la società; disegnare una casa priva di esse può indicare dunque un cattivo rapporto con il mondo. Significato opposto ha invece il camino che, quando presente, indica un elemento di apertura, o talvolta di fuga, verso l’esterno.
L’uomo
L’ultimo elemento parte del test prima citato è infine la figura umana. Una sorta di autorappresentazione che può dire molto sul modo in cui vediamo noi stessi e gli altri.
Per prima cosa è importante far caso al soggetto. Quando infatti si chiede di disegnare una figura umana si potrebbe istintivamente rappresentare se stessi, o qualcun altro come un membro della famiglia, un amico, un personaggio inventato. In ogni caso, questo aspetto mette in mostra la persona alla quale l’individuo fa più riferimento nella sua vita.
Importante anche la posizione nel foglio. Infatti, disegnare una persona nell’angolo superiore destro indica abilità nell’affrontare le difficoltà, mentre farlo nell’angolo inferiore sinistro denota un bisogno di attenzione. Una figura disegnata al centro può essere infine sinonimo di equilibrio e sensibilità.