Come ogni anno, la notte tra l’ultimo sabato e l’ultima domenica di marzo gli orologi degli italiani segneranno un’ora in meno rispetto alle altri notti dell’anno.
L’ora che va dalle 2.00 alle 3.00 avrà una durata di pochi istanti. Alcuni secondi che serviranno per spostare le lancette dall’ora solare a quella legale che resterà in vigore fino all’ultima domenica di ottobre, quando gli orologi faranno di nuovo un balzo all’indietro.
Si dormirà dunque un’ora in meno, l’alba sembrerà non sorgere mai e la mattina ci si sveglierà confusi da una varietà di orari, con gli orologi degli smartphone che segneranno momenti differenti da quelli appesi al muro. Probabilmente un italiano su tre accenderà il televisore per confutare ogni dubbio e trovare assonnato una risposta alla fatidica domanda: “ma quindi che ore sono?“.
Nel Settecento l’idea di “spostare il tempo”
Il primo a suggerire l’idea di spostare il tempo per giocare con le ore di luce e buio fu il politico e padre fondatore americano Benjamin Franklin che nel 1784 propose, attraverso una pubblicazione sul Journal de Paris, di spostare le lancette un’ora in avanti con l’arrivo della primavera, così da risparmiare sulle candele.
Oggi come allora, il risparmio energetico continua ad essere la principale motivazione del cambio di orario e ai i tempi di Franklin erano le candele, particolarmente costose, ad avere un importante impatto sul bilancio economico delle famiglie.
Tuttavia, l’idea non ebbe seguito e si dovranno aspettare gli inizi del Novecento per iniziare ad adattare l’orario al cambio stagione. Alle 23 del 30 aprile 1916 in Germania si passerà direttamente alla mezzanotte, così come verrà fatto anche negli altri paesi europei, Italia compresa, dove l’ora legale verrà istituita e soppressa più volte nel corso degli anni.
Tra il 1943 e il 1945 ci furono addirittura momenti nei quali le regioni del nord hanno adottato un’orario differente rispetto a quelle del sud, fino al 1966 quando venne istituita in modo permanente su tutto il paese.
Cambio dell’ora e risparmio energetico
Dal 1996 l’ora legale è parte del calendario europeo e adottata da tutti i paesi dell’Unione.
Nel 2019 tuttavia, il Parlamento Europeo ha votato a favore dell’interruzione del cambiamento di orario, sostenuto dai paesi del Nord Europa come Finlandia e Svezia. Secondo la sentenza, entro il 2021 ogni stato avrebbe dovuto scegliere quale orario adottare, anche se nessuna nazione ha ancora annunciato una decisione definitiva.
La mancata abolizione nel nostro paese e la decisione di continuare a spostare anche quest’anno le lancette in avanti, si radica nei vantaggi in termini di risparmio energetico apportati dal cambio orario.
Stando a quanto comunicato dalla Società italiana Terna – rete elettrica nazionale, nei sette mesi in cui sarà in vigore l’ora legale, l’Italia risparmierà infatti circa 220 milioni di euro, grazie a un minor consumo di energia elettrica pari a circa 410 milioni di kWh. Al risparmio si accosta il beneficio ambientale, con la riduzione di circa 200 mila tonnellate di emissioni di anidride carbonica in atmosfera.
In termini economici, il cambio orario ha fatto risparmiare agli italiani circa 2 miliardi di euro dal 2004 al 2022.