Sunday 5 May, 2024
HomeAccadde oggi25 aprile, la storia che porta il volto della Resistenza

Il 25 aprile di ogni anno, il nostro paese festeggia la fine dell’occupazione nazista e la caduta del regime fascista, in una festa che prende il nome di Liberazione.

Una data scelta per ricordare i protagonisti della storia italiana dal 1943 al 1945, quando la “guerra civile” mise l’uno contro l’altro sostenitori ed oppositori del fascismo. Se infatti nella storia è stata la nozione di “guerra di liberazione nazionale” ad aver prevalso, non va dimenticato che prima di ogni altra etichetta, la guerra tra partigiani e nazifascisti schierò sul campo fratelli, figli di una stessa patria da ricostruire dopo la nascita del nuovo stato nato con la fine della guerra.

Alle origini della Resistenza

Nel settembre 1943, gli italiani e gli angloamericani firmano a Cassabile il cosiddetto Armistizio corto. Dell’accordo si diffonde notizia solo cinque giorni dopo, l’8 settembre, innescando da una parte la reazione delle truppe tedesche che si muovono immediatamente per prendere il paese e dall’altra quella del Re che fugge da Pescara insieme al generale Badoglio.

I tedeschi liberano dal Gran Sasso Mussolini il 12 settembre, che viene portato in Germania per incontrare Hitler. Il 18, il leader fascista si annuncia alla guida di un nuovo governo alleato dei tedeschi. La capitale è a Salò sul Lago di Garda, dove nasce la Repubblica Sociale Italiana.

Intanto, nelle regioni del Nord Italia e parte del Centro, inizia a nascere un movimento antifascista. Quando il re e Badoglio fuggono, i rappresentanti delle forze politiche di varie città si uniscono in Comitati di liberazione nazionale. La presenza del nemico nazifascista unisce sotto la stessa bandiera colori ed ideali diversi in una missione che, nell’ottobre del 1943, richiama a Milano e Torino volontari per una lotta armata condotta da un coordinamento unitario chiamato CLNAI, Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia.

A guidare i partigiani nell’impegno di una lotta armata vi erano motivazioni differenti. Sconfiggere e cacciare dal paese il nemico nazifascista in primis, ma anche motivi personali e politici, legati alla volontà di sottrarsi alla circoscrizione obbligatoria della RSI, mantenersi fedeli al re. Alcuni consideravano la lotta come l’inizio per la realizzazione della società comunista su modello Russo, altri provenivano dal mondo cattolico in nome di solidarietà e giustizia.

Accanto alla resistenza armata inoltre, nasce una resistenza che gli storici hanno definito “civile“, meno visibile ma molto più diffusa. Una resistenza che si concretizza nell’assistenza ai prigionieri fuggiti dai campi di internamento, nell’aiuto offerto a ebrei e perseguitati, nel sostegno alle attività della Chiesa e nell’ospitalità a chi fugge da rappresaglie tedesche e bombardamenti.

Il 25 aprile 1945

Insieme a combattenti di brigata e civili, tra cui moltissime donne, la Resistenza prende in alcune regioni carattere di movimento di massa.

Nel corso del ’44, fino alla primavera dell’anno successivo, si contano circa 130 mila resistenti, tra cui 35 mila donne combattenti. Nelle regioni settentrionali sono circa 15 le libere repubbliche amministrate da essi.

Intanto, gli alleati costringono i tedeschi a ritirarsi dalla Linea gotica. Dopo un accordo sottoscritto con Wilson nel dicembre del 1944, il CLNAI ne sottoscrive uno anche con il governo italiano, a fine marzo del ’45, che gli incarica di organizzare un’insurrezione generale nella parte del paese ancora occupata dai nazifascisti.

Le insurrezioni iniziano il 21 aprile da Emilia, Liguria, Piemonte, Veneto e Friuli. Gran parte delle città erano di fatto state liberate già all’arrivo degli Alleati, ai quali i Partigiani consegnano migliaia di soldati tedeschi.

Finché il 25 aprile il CLNAI annuncia l’insurrezione a Milano, assumendo tutti i poteri civili e militari e disponendo che fossero “puniti con la pena di morte o con l’ergastolo” tutti i membri del governo fascista e i gerarchi colpevoli di aver “tradito le sorti del paese e di averlo condotto all’attuale catastrofe“.

Nel 1946, Il Re Umberto II, su proposta di Alcide De Gasperi, delibera che il 25 aprile venga dichiarato festa nazionalea celebrazione della totale liberazione del territorio italiano“.

Nel 1949, viene istituzionalizzata insieme al 2 giugno come una festa della Repubblica italiana, celebrata da allora ogni anno con omaggi e manifestazioni in tutto il paese. In onore di un passato che tramanda ai posteri e ricorda ai presenti che volto ha la resistenza.

Autore

Giorgia Clementi

Nata sotto il segno del leone, cresciuta nella capitale del Verdicchio. Dopo la maturità classica al Liceo Vittorio Emanuele II di Jesi scopro l'interesse per il mondo della comunicazione che scelgo di assecondare, dapprima con una triennale all'Università di Macerata, ed in seguito con una laurea magistrale in Giornalismo ed editoria all'Università di Parma. Spirito d'iniziativa, dinamismo, (e relativa modestia), i segni che mi contraddistinguono, insieme ad un amore unico per le bellezze del mio territorio.