Sunday 21 December, 2025
HomeAccadde oggi21 dicembre, il solstizio d’inverno: la notte più lunga e il ritorno della luce

È il giorno con meno ore di luce e la notte più lunga dell’anno nell’emisfero boreale. Il 21 dicembre segna uno degli appuntamenti più antichi e significativi del calendario umano, ovvero il solstizio d’inverno. È il giorno con meno ore di luce e la notte più lunga dell’anno nell’emisfero boreale. Dal punto di vista astronomico, il Sole raggiunge il punto più basso sull’orizzonte a mezzogiorno, offrendo una traiettoria breve e radente. Ma da questo momento in poi le giornate, lentamente, cominciano ad allungarsi. È l’inizio simbolico del ritorno della luce.

Quando il cielo guidava la vita degli uomini

Per millenni il solstizio d’inverno ha rappresentato molto più di un fenomeno astronomico. Le civiltà antiche lo osservavano con attenzione perché segnava un passaggio decisivo per l’agricoltura, per la sopravvivenza e per l’equilibrio tra uomo e natura. Sapere che il buio aveva raggiunto il suo apice significava poter guardare al futuro con maggiore fiducia. Non a caso, molti monumenti megalitici, come Stonehenge, sono orientati proprio in funzione del solstizio, a testimonianza di una conoscenza del cielo sorprendentemente precisa.

Il Sole che rinasce: miti e riti dell’antichità

Nell’antica Roma il solstizio era al centro dei Saturnalia, feste dedicate a Saturno, durante le quali le regole sociali venivano sospese e la città si abbandonava a banchetti e celebrazioni. In questo stesso periodo si affermò il culto del Sol Invictus, il Sole Invitto, simbolo di una luce che non può essere sconfitta. Nelle culture nordiche e celtiche, invece, il solstizio coincideva con Yule, la festa del fuoco e della rinascita, quando si accendevano falò per accompagnare il ritorno del Sole dopo il lungo dominio dell’oscurità.

Un significato che attraversa le culture

Dall’Europa all’Asia, il solstizio d’inverno è stato interpretato come un momento di equilibrio e trasformazione. In Cina, con la festa del Dongzhi, rappresenta ancora oggi l’armonia tra le forze opposte dello yin e dello yang. Ovunque, il messaggio è lo stesso: dopo il punto più basso, inizia la risalita. È una visione ciclica del tempo che invita alla pazienza, alla resistenza e alla fiducia nei processi naturali.

Anche la vicinanza del solstizio al Natale non è casuale. La nascita di Cristo, celebrata il 25 dicembre, si inserisce in un periodo già carico di simboli legati alla luce che ritorna e alla speranza che rinasce. Le luci natalizie, le candele, la stella: elementi che parlano un linguaggio antico, precedente alle religioni moderne, e che affondano le radici proprio nel solstizio d’inverno.

Oggi, in un mondo dominato dalla tecnologia e dai ritmi accelerati, il solstizio d’inverno continua a esercitare un fascino particolare. Ricorda che ogni ciclo ha un punto di arresto e che anche il buio più profondo non è mai definitivo. Non solo il giorno più corto dell’anno, ma la promessa silenziosa che la luce tornerà, un minuto alla volta.

Autore

Giorgia Clementi

Nata sotto il segno del leone, cresciuta nella capitale del Verdicchio. Dopo la maturità classica al Liceo Vittorio Emanuele II di Jesi scopro l'interesse per il mondo della comunicazione che scelgo di assecondare, dapprima con una triennale all'Università di Macerata, ed in seguito con una laurea magistrale in Giornalismo ed editoria all'Università di Parma. Spirito d'iniziativa, dinamismo, (e relativa modestia), i segni che mi contraddistinguono, insieme ad un amore unico per le bellezze del mio territorio. L'idea di fondare Capocronaca, insieme a Cristina, nasce all'inizio del 2023. Nelle sue fondamenta, la volontà di dare ai lettori una voce nuova da ascoltare e scoprire insieme a loro, cosa accade ogni giorno.