Tuesday 7 May, 2024
HomeAccadde oggi17 aprile. Le difficoltà di fare agricoltura nella giornata mondiale della lotta contadina

Tra agricoltura in difficoltà e diritti (ancora) da rivendicare

Il 17 aprile di ventisette anni fa, 19 persone perdono la vita al km 95 dell’autostrada che passa per il comune di Eldorado do Carajás, nello stato brasiliano del Pará.

Sono alcuni dei circa 1.500 manifestanti del “movimento sem terra”, scesi in strada per chiedere la redistribuzione delle terre incolte dell’azienda agricola Macaxeira. La protesta vuole essere pacifica, con le ragioni della richiesta ancorate nella norma della Costituzione federale del Pará che prevede la redistribuzione ai contadini delle terre ferme ad uno stato improduttivo, proprio come i 40.000 ettari dell’azienda appena citata.

La polizia risponde però tutt’altro che pacificamente, con l’ordine, da parte del Segretario di stato della sicurezza pubblica, di reprimere la rivolta e liberare l’autostrada.

I colpi di fucile, manganello e mitragliatrice, insieme all’uso dei gas lacrimogeni, portano alla morte di diciannove persone, la maggior parte uccisa mentre tenta di scappare attraverso i campi nei dintorni dell’autostrada.

L’episodio passa alla storia come uno dei momenti più violenti della lotta latifondista nel mondo, ottenendo, per la sua cruenta repressione, risonanza mondiale.

Da allora, proprio il 17 aprile si celebra la Giornata mondiale della lotta contadina, in onore del coraggio mostrato nella storia brasiliana dal “Movimento senza terra”, ma anche per mettere al centro tutti coloro che nel mondo, tra difficoltà socioeconomiche, pressioni politiche e cambiamenti climatici, ricavano dal lavoro della terra la propria sopravvivenza.

Una dichiarazione dei diritti dell’uomo per i contadini

A loro tutela, il 17 dicembre 2018, l’ONU adotta la “Dichiarazione sui diritti dei contadini e delle altre persone che lavorano nelle aree rurali”.

La dichiarazione è rivolta a contadini, pescatori, pastori, popolazioni indigene e senza terra; tutti coloro che lavorano e vivono in ambiente rurale.

Arrivata dopo una lunga negoziazione tra Nazioni, essa nasce per essere uno strumento a disposizione dei contadini, per tutelare le loro terre e chiedere compensi giusti per i semi e gli alimenti da loro prodotti.

Nonostante anche in Europa continuino ad essere molti i diritti violati nei confronti dei contadini, in particolare con casi di esposizione dei lavoratori a prodotti chimici e nocivi insieme a condizioni di sfruttamento e violazione delle leggi sul lavoro, l’Unione Europea si è sin da subito mostrata contraria alla Dichiarazione, con l’astensione al voto da parte dei membri europei del Consiglio dell’Onu (ad eccezione di Svizzera e Ucraina).

Votarono a favore i paesi africani, quelli asiatici e dell’America Latina, mentre gli unici 3 voti contrari appartennero a Australia, Ungheria e Regno Unito.

Le difficoltà di fare agricoltura, tra pressioni e cambiamenti climatici

Fare agricoltura è uno dei mestieri più antichi la mondo. Esso è legato all’evoluzione della nostra storia antropologica, fondamento neolitico della capacità dell’uomo di abitare un luogo, mettere radici, sviluppare una società con ruoli dettati dai bisogni della terra.

Insieme alla caccia, l’essere umano ha dedotto come dalla cura di semi e terreno, fosse possibile sfamare se stesso ed una comunità, definendo una verità valida da millenni.

Se l’agricoltura è ancora oggi il settore primario dal quale proviene la sussistenza della specie umana, essa è continuamente sotto attacco da fattori che creano difficoltà per produzioni e produttori.

La storia dei manifestanti del Brasile ricorda l’importanza del contesto sociopolitico nelle condizioni di vita dei contadini, così come le condizioni di povertà nelle quali vivono i braccianti nel mondo ricordano come tale settore sia fortemente limitato e penalizzato dall’attuale sistema economico globalizzato.

Infine, ma di assoluta importanza, l’impatto dei cambiamenti climatici. “Non solo l’Italia ma anche gran parte dell’Europa, dalla Francia centrale e sud-occidentale alla Spagna settentrionale fino alla Germania meridionale, è stretta nella morsa della siccità“, si legge da una nota di Coldiretti di circa un mese fa.

Ma gli esempi potrebbero essere decine, con gli innumerevoli fenomeni estremi che, in particolare negli ultimi anni, stanno modificando cicli di produzione e devastando i raccolti. Fondamentali riserve di cibo che vengono spazzate via insieme alla fonte di sopravvivenza di milioni di famiglie di contadini nel mondo.

Autore

Giorgia Clementi

Nata sotto il segno del leone, cresciuta nella capitale del Verdicchio. Dopo la maturità classica al Liceo Vittorio Emanuele II di Jesi scopro l'interesse per il mondo della comunicazione che scelgo di assecondare, dapprima con una triennale all'Università di Macerata, ed in seguito con una laurea magistrale in Giornalismo ed editoria all'Università di Parma. Spirito d'iniziativa, dinamismo, (e relativa modestia), i segni che mi contraddistinguono, insieme ad un amore unico per le bellezze del mio territorio.