Si fingevano addetti dell’acquedotto o carabinieri. Oltre 40 le truffe a danno di anziani
Nei giorni scorsi, nelle province di Alessandria, Cuneo e Vercelli, i militari del Nucleo Investigativo di Asti, attivamente supportati dai Comandi territorialmente competenti, hanno eseguito una nuova ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa il 20 giugno scorso dal G.I.P. di Asti, nei confronti di due uomini già detenuti (V.R. e O.E. entrambi classe ’83), oltre a V.A., residente ad Asti dell’85, e M.S. classe ’84 di Torino.
Sono accusati di essere membri di un’associazione per delinquere finalizzata alla commissione di furti e rapine pluriaggravate in abitazione mediante raggiro ai danni di persone anziane.
Questo provvedimento restrittivo costituisce il completamento delle strutturate e complesse indagini svolte dai Carabinieri a partire dallo scorso mese di gennaio, sotto la direzione della locale Procura della Repubblica, e che hanno già consentito, il 16 maggio scorso, di arrestare 7 componenti del gruppo criminale (tra cui Olivieri Emanuel e Vinotti Roberto), coinvolti in 18 episodi delittuosi in danno di anziani commessi mediante il noto raggiro del “finto tecnico dell’acquedotto”.
Le indagini sono andate avanti fino all’identificazione di due nuovi componenti della banda criminale, ed alla raccolta di prove per ulteriori 13 raggiri che risalgono ad aprile e maggio 2023 in Piemonte, Lombardia ed Emilia Romagna, stavolta anche come “finto carabiniere”, utilizzata per rassicurare le vittime durante i falsi controlli idrici eseguiti dai complici all’interno delle abitazioni degli anziani.
Nello specifico, sono stati attribuiti a vario titolo agli indagati truffe e raggiri in varie città: Asti, Poviglio (RE), Bruno (AT), Castell’Alfero (AT), Camerano Casasco (AT), Neive (CN), Caresana (VC), Prarolo (VC), Calendasco (PC), Pecetto di Valenza (AL), Villanova D’Ardenghi (PV), Cereseto (AL) e Garlasco (PV).
In alcuni dei colpi messi a segno i criminali usavano anche sostanze urticanti. Proprio il 16 maggio erano state sequestrate diverse bombolette di spray anti-aggressione.
Nel complesso, secondo gli inquirenti, i raggiri avrebbero fruttato circa centomila euro nelle tasche dei finti addetti o carabinieri.