Il 1 luglio 2017 alle 21.00, il sole sorge su Modena Park.
È un sole rock. Il sole di Vasco e della sua combriccola arrivata a Modena per festeggiare 40 di carriera. Con 220 mila persone, l’evento conquista il record mondiale per il concerto con più spettatori paganti. La Rai, servizio pubblico, lo racconta a tutti coloro che, in quelle poche ore in cui è stato possibile farlo, non sono riusciti a comprare un biglietto per esserci, perché Vasco è parte della cultura e della storia della musica italiana.
“Benvenuti nel concerto che non avrà mai fine, benvenuti nella leggenda, benvenuti nel record mondiale” dice il Comandante dopo aver inaugurato il palco con la sua celebre Colpa d’Alfredo, che Modena Park lo porta nell’anima.
È un viaggio nella sua carriera che si intreccia con quarant’anni di passato e presente. Inizia con Colpa d’Alfredo, poi l’omaggio alla Combriccola del Blasco che per quattro ore di concerto è pronta a cantare ed emozionarsi con lui. Ci sono le Bollicine, la febbre del sabato sera, gli anni 80.
C’è l’immancabile ricordo a chi non c’è più. La seduzione di un tango della gelosia. La trasgressione di rewind. L’amore che se ne va con Toffee o l’amore che resta Come nelle favole. Jenny, Silvia, Giulia. Le sempre presenti “Siamo solo noi“, “I soliti“, “Stupendo“. L’emozione di “Anima Fragile“. L’omaggio a chi vive una “vita spericolata” nella speranza di un “mondo migliore“, insieme a capolavori che spesso restano fuori dalle scalette tradizionali come “Alibi“, “Ieri ho sgozzato mio figlio” ed “Il tempo crea eroi“.
Ma c’è soprattutto il potere della musica che rincuora e dà coraggio. Il pensiero a quanto accaduto nove giorni prima a Manchester e ai 23 che hanno perso la vita nell’attentato al concerto di Ariana Grande ha accompagnato tutti coloro che erano lì, unendoli in un “C’è chi dice no” collettivo gridato in risposta alla paura.
Una “splendida giornata, stravissuta e straviziata“.
È stato davvero “il concerto che non ha avuto fine” come ha promesso Vasco al sorgere dell’inedita alba. Il sole di Modena Park ha tatuato i cuori dei 220 mila che, cinque anni fa, hanno avuto il privilegio di esserci. Come una famiglia unita dall’emozione condivisa.
E naturalmente, l’alba infuocata non poteva che salutare la sua combriccola con la sacra firma che chiude ogni concerto di Vasco. Lei che diventa rossa se qualcuno la guarda ed è fantastica quando è assorta nei suoi pensieri, che cammina per strada mangiando una mela coi libri di scuola, fresca come l’aria, chiara come un’alba.