Nei giorni scorsi i Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Pesaro e Urbino hanno affrontato un caso piuttosto complesso di capolarato, frutto di oltre un anno di indagini, che hanno portato complessivamente a controllare circa 50 posizioni lavorative di cui 6 in nero e ben 28 irregolari; l’indagine ispettiva, strettamente connessa con quella giudiziaria ha consentito di contestare ad una attività di panificazione del fanese sanzioni amministrative per 30 mila euro, con un imponibile contributivo per un importo di circa 600 mila euro, recuperando la contribuzione sociale obbligatoria di circa 200 mila euro.
Nei giorni scorsi i Carabinieri hanno sequestrato beni appartenenti ad un imprenditore nei confronti del quale la Procura di Pesaro procede per intermediazione e sfruttamento del lavoro aggravato in concorso, commesso nei confronti di una trentina di cittadini stranieri, taluni di questi richiedenti asilo politico. Il provvedimento, emesso dal GIP del Tribunale di Pesaro, trae origine nell’estate del 2021, a seguito di denunce sporte da alcuni lavoratori e da controlli effettuati presso l’azienda.
Le indagini dei Carabinieri
Secondo gli inquirenti sarebbero ben 33 i lavoratori reclutati, soprattutto tra cittadini extraue richiedenti asilo in stato di estrema vulnerabilità ed indigenza, ai quali è stata negata retribuzione per un importo totale di €. 552.514,89. i lavoratori provengono da Guinea, Niger, Moldavia, Senegal, Nigeria, Cuba, Pakistan, Macedonia, Gambia e Mali.
Ricevevano una retribuzione di 3,50/5,50 all’ora, a fronte delle €. 7.89/8,75 previste dal ccnl applicato, inoltre non venivano osservati il periodo di riposo e il riposo settimanale, oltre che le ferie. I turni erano anche di 54 ore settimanali ed con 12 ore di lavoro al giorno per 6 giorni alla settimana.
Questa condotta ha portato ad un risparmio sui salari oltre che sui contributi dovuti, nonché gli investimenti in termini di sicurezza dell’azienda, per circa 750 mila euro dal 2016. Sono scattati i sigilli a proprietà immobiliari, conti correnti, veicoli intestati all’indagato ed alla società del valore di 550 mila euro.
L’impegno dell’Arma per contrastare lo sfruttamento del lavoro e il lavoro nero
Un fenomeno quello dello sfruttamento del lavoro, lavoro nero e della prevenzione infortuni sul lavoro di assoluta attualità, posto che la mancata osservanza delle norme consegue una concorrenza sleale che “inquina” il tessuto economico, generando di conseguenza delle sacche di illegalità e consentendo l’applicazione di tariffe “fuori mercato”. Le operazioni, condotte dal comparto di specialità dell’Arma con la collaborazione dell’Arma Territoriale, costituiscono l’esito della raccolta e la successiva analisi di informazioni acquisite dall’Arma territoriale, su un fenomeno che viene esaminato da anni.
Nella provincia pesarese l’attenzione rimane alta, come testimoniano i risultati ottenuti da parte dell’Arma dei Carabinieri con il suo comparto di specialità nel settore lavoro che hanno visto dal 2016 ben 16 persone arrestate (di cui due in flagranza di reato) o sottoposte a misure cautelari personali.