È passata quasi una settimana da quando l’Azienda Ospedali Riuniti di Ancona ha pubblicato l’avviso di proroga dei contratti di lavoro a tempo determinato fino al prossimo 31 ottobre. Una pubblicazione che ha contribuito a creare uno stato di tensione nei confronti dell’Azienda perché in realtà, la proroga ha lasciato fuori dalla determina 300 lavoratori, che il 30 giugno dovranno lasciare il loro posto di lavoro.
430 erano infatti i contratti in scadenza, ma di questi, solo 125 sono stati prorogati di quattro mesi. La distinzione tra i reparti del DEA, Dipartimento di Emergenza Urgenza e Accettazione e non, ha guidato la scelta della riduzione del personale. Ad essere rinnovati sono stati infatti solo i contratti attivi nel DEA, una scelta che, oltre a sollevare tensioni tra infermieri, oss e operatori sanitari, ha rimesso al centro importanti questioni legate alla necessità di personale e al taglio di posti letto.
La manifestazione e il sit-in all’ingresso di Torrette
A sostegno degli operatori non riconfermati, e di tutti coloro che, riconfermati ora, prevedono comunque un futuro incerto il prossimo 1 novembre, le associazioni sindacali del comparto ospedaliero stanno organizzando sit-in e manifestazioni.
“Tra il personale non rinnovato, molti hanno i requisiti per la stabilizzazione Covid– scrive in una lettera aperta il Comitato di Coordinamento RSU AOU delle Marche che, per “garantire il diritto alla salute e dei lavoratori“, ha indetto una manifestazione in programma per il 16 giugno dalle 10.00 alle 13.30, nel Piazzale della Giunta Regionale.
Una manifestazione preceduta da un sit-in avanti all’ingresso dell’Ospedale di Torrette giovedì 15 alle 11.00, organizzato dall’Unione intersindacale per la sanità pubblica. Medici, veterinari, dirigenti sanitari, associazioni di cittadini e pazienti si mobilitano in tutta Italia in difesa del SSN.
A promuovere il sit-in, seguito da un’assemblea nell’Aula Totti, l’Anaao-Assomed; Cimo-Fesmed; Aaroi-Emac; Fassid, Fp Cgil medici e dirigenti Ssn; Fvm Federazione veterinari e medici; Coordinamento nazionale delle aree contrattuali medica, veterinaria e sanitaria Uil fpl; Cisl medici che, invitando alla mobilitazione scrivono:
“La carenza di operatori sanitari attraversa tutta l’Italia senza distinzione tra Nord e Sud. Mancano medici ospedalieri, di famiglia, pediatri di libera scelta e infermieri, ma il fenomeno della desertificazione sanitaria diventa esplosivo soprattutto nelle aree interne. Il problema rischia di non essere colmato dai fondi messi a disposizione dal Pnrr perché tali fondi non possono essere utilizzati per ovviare alle carenze di personale. Anche le Marche non faranno eccezione. Secondo i sindacati nelle Marche servirebbero 7mila lavoratori per dare concretezza alla riforma del sistema sanitario regionale, molti dei quali già in servizio dall’epoca Covid, parte dei quali in attesa di stabilizzazione“.