“Benvenuti negli anni Ottanta” dice Vasco prima di cantare la sua Bollicine al concerto che a Modena nel 2017 consacra i suoi quarant’anni di carriera. Un brano che fa rivivere a chi oggi lo ascolta gli anni dorati del boom economico, del consumismo, della pubblicità che invade ogni campo della vita quotidiana, gli anni dell’esagerazione, dello svago e della spensieratezza.
Un brano che dà il titolo all’ album che, forse per la prima volta dagli esordi del rocker di Zocca, riuscirà a mettere d’accordo la critica con la combriccola che continua a crescere concerto dopo concerto.
Bollicine esce il 14 aprile 1983, è il sesto album di Vasco Rossi e con i suoi 8 brani in 33 minuti e 33 secondi di musica e parole entrerà nella storia della cultura discografica italiana.
La rivista Rolling Stone nel 2012 metterà Bollicine al primo posto nella classifica dei migliori cento album italiani di sempre. Il giornalista Roberto d’Agostino nella rivista Rockstar scriverà: “La vita avventurosa di Vasco Rossi dopo ben 33 giri passati inosservati, un’innumerevole serie di concerti e tante polemiche con i rotocalchi per famiglie per presunte pere e trip, è arrivata al suo happy-end”
Un lieto fine che in realtà dà inizio alla percezione del linguaggio musicale di Vasco come rivoluzionario ed attuale, che coglie gli stimoli e le emozioni del vivere quotidiano condivise e sentite da tutti coloro che lo ascoltano.
In viaggio nel disco, da “Bollicine”…
Come spesso raccontato da Vasco riguardo alla scrittura dei suoi pezzi, anche il primo brano del disco nasce “un po’ per caso“, in questo caso su un viaggio in pullman insieme al co-produttore dell’album Guido Elmi che improvvisa delle note alla chitarra. Su quelle note, Vasco canticchia un innocente “coca“, poi si ferma, fa una pausa, e chiude la frase richiamando una delle bevande più in voga del momento.
“Con quella pausa dopo “coca” mi divertivo a spaventare i benpensanti – scrive in uno dei suoi libri – quelli che avevano paura del mio linguaggio e delle mie canzoni. Ma mi divertivo anche a prendere in giro gli stereotipi della pubblicità“.
Al di là del gioco provocatorio tra “coca” e “cola“, al centro delle parole di Vasco c’è proprio la pubblicità. La canzone si avvale del suo linguaggio semplice e immediato ma diviene allo stesso tempo la denuncia di quanto essa sia in grado di dirigere le idee delle persone, influenzarle. “Bevi la coca cola che ti fa bene“, “Coca cola per l’uomo che non deve chiedere mai“, “Coca cola si, coca casa e chiesa“, con tutte quelle, tutte quelle Bollicine.
… a “Mi piaci perché”
Una canzone per te, Portatemi Dio, Vita spericolata, Deviazioni, Giocala, Ultimo domicilio conosciuto e Mi piaci perchè, sono le canzoni che seguono Bollicine all’interno del disco.
Un viaggio in musica che da una canzone dedicata alla stessa ragazza che quattro anni prima aveva ispirato Vasco nella sua celebre Albachiara, conduce ad una canzone in cui il rocker spiega com’è la donna che gli piace “bugiarda, falsa, bella, bionda e donna“.
Tra i due brani, sulla scia di De Andrè, Guccini e Celentano, l’appello a Dio “sul banco degli imputati” e una “Vita spericolata” che dal penultimo posto al festival di Sanremo nell’83, diventerà un inno intergenerazionale.