Quando il calendario cambia, il mondo intero sembra fermarsi un attimo per chiedere alla fortuna di farsi sentire. Tra superstizioni, gesti simbolici e rituali antichi, ogni Paese ha il suo modo di salutare l’anno che finisce e dare il benvenuto a quello nuovo. Dal salto delle onde in Brasile alla rottura dei melograni in Grecia, i rituali di Capodanno sono un modo per lasciare alle spalle ciò che è passato e attrarre ciò che verrà.
Tradizioni e rituali portafortuna nel mondo
In Spagna e in molte zone dell’America Latina, alla mezzanotte si mangiano dodici chicchi d’uva, uno per ogni rintocco dell’orologio. Ogni boccone rappresenta un mese dell’anno: più si riesce a inghiottirli in tempo, maggiore sarà la fortuna. Sulle spiagge di Rio de Janeiro, invece, si indossa il bianco come simbolo di pace e si saltano sette onde, esprimendo un desiderio per ognuna, un rito collettivo che trasforma la spiaggia in un palcoscenico di speranza e buon auspicio.
In Grecia un melograno viene fatto cadere davanti alla porta, spargendo semi rossi che promettono abbondanza e prosperità. Al contrario, in Danimarca i vecchi piatti vengono lanciati contro le porte degli amici e dei parenti: più piatti rotti, più felicità e fortuna nel nuovo anno. E chi vuole fare le cose in grande può saltare da sedie o mobili, come per “scavalcare” le negatività dell’anno passato.
La tradizione del first-footing in Scozia e in alcune zone del Regno Unito prevede che la prima persona che entra in casa dopo mezzanotte porti regali simbolici, come sale, carbone o pane, per assicurare prosperità e buona sorte. Nelle Filippine, invece, la fortuna si misura con la forma: frutti e abiti a pois punteggiano la notte, richiamando ricchezza e abbondanza attraverso cerchi perfetti, simbolo di continuità e armonia.
Altri rituali curiosi si trovano in Russia, dove si scrive un desiderio su un foglio, lo si brucia e si versa nel bicchiere di spumante, che viene bevuto prima della mezzanotte per “inghiottire” la fortuna. A Cuba, Portorico e Uruguay, un secchio d’acqua viene gettato fuori dalla porta per purificare la casa e lasciare entrare energie positive. E in Giappone, la purificazione è collettiva: le campane dei templi suonano 108 volte, spazzando via desideri peccaminosi e aprendo le porte a un anno nuovo più leggero e consapevole.
Il rosso a Capodanno: la tradizione italiana
In Italia, uno dei rituali più diffusi riguarda il colore rosso, in particolare la biancheria intima. Questa tradizione ha radici antiche e un legame con l’epoca dell’Imperatore Augusto, quando il rosso era considerato un colore di vitalità, forza e prosperità. All’inizio dell’anno, infatti, si indossavano tessuti rossi per invocare energia positiva e buona sorte, proteggendosi dalle sventure e dai malefici.
Durante il Medioevo, il rosso continuò a essere associato alla protezione: si pensava che avesse il potere di scacciare gli spiriti maligni e di attrarre fortuna in amore e lavoro. Col tempo, la tradizione si è evoluta nella consuetudine moderna di indossare biancheria rossa a Capodanno, preferibilmente nuova e, secondo la credenza popolare, ricevuta in regalo: il dono rappresenta un gesto di buon auspicio, come se la fortuna venisse trasferita da chi regala a chi riceve.
In questo piccolo rituale, il rosso diventa un portafortuna concreto: passione, amore, energia e prosperità sono gli auspici che gli italiani affidano a questo gesto semplice ma simbolico. Un modo per iniziare l’anno con positività, entusiasmo e speranza, mantenendo viva una tradizione che collega superstizione, storia e vita quotidiana.



