Nessuna polemica, una doverosa risposta e forse la necessità di un chiarimento
Si sa, l’umore dei tifosi molto spesso dipende dai risultati, soggetto ad alti (se si vince) e bassi (quando si perde). Lo abbiamo constatato anche domenica dopo il derby con Fabriano, quando i tifosi ospiti hanno fischiato i loro giocatori, forse proprio nel momento più delicato, in cui la squadra non riesce ad uscire dal tunnel buio in cui è finita e avrebbe bisogno di essere sostenuta.
Dopo la sconfitta contro Ravenna di tre settimane fa, una ristretta cerchia di tifosi jesini ha avuto modo di lamentarsi sui social; critiche più o meno lecite, un po’ meno quella di un tifoso in particolare, che ha invitato coach Ghizzinardi a dimettersi.
“Diamo da sempre poca attenzione ai commenti social, specie da quando è con noi Marcello Ghizzinardi che i social li ha sempre evitati – recita una nota di Basket Academy – con lui c’è un accordo non scritto ma scrupolosamente osservato di fare quadrato e tenerlo isolato da quanto viene pubblicato, nel bene e nel male, sui social network. Il commento legittimo di un tifoso, tornato sui suoi passi, ha però varcato la soglia dei social finendo in un’intervista su una testata on line ed allora, dopo averlo informato, abbiamo dato al nostro coach lo spazio per una legittima ed educatissima replica che integralmente pubblichiamo.”
«Non sono solito mettere in piazza i miei sentimenti, non so cosa siano i social, anzi lo so benissimo, e per questo li ho sempre evitati – ha chiarito il tecnico di casa – oggi però la società mi ha fatto notare che, varcando i confini dei social, è approdata su una testata on line un’intervista ad un tifoso che mi coinvolge e dalla quale apprendo che sarei stato oggetto dopo la gara interna con Faenza, di un commento. Quel commento non ho voluto e non vorrò leggerlo, anzi ha fatto bene l’ufficio stampa a non condividermelo, ma credo sia legittimo a questo punto, una volta letta l’intervista pubblicata da una testata on line, precisare alcuni aspetti, almeno per evitare il paradosso di passare addirittura per una persona che porta rancore.»
Questo l’esordio di Marcello Ghizzinardi, che, come abbiamo detto in precedenza, è stato fatto oggetto di un invito a dimettersi. Viene lecito chiedersi il perché, se è vero che, con tutto il girone di ritorno, la squadra può ancora inseguire e conquistare i suoi obbietivi.
«Domenica 21 dicembre a Jesi, fuori dalla chiesa a fine messa, un nostro gentile tifoso mi ferma e mi esprime la sua massima solidarietà, io lo ringrazio ed aggiungo che non so di cosa stia parlando e che non voglio neanche saperlo – ha aggiunto Ghizzinardi – terminata la partita a Ferrara scambio due chiacchiere con Giulio Casagrande ed apprendo che un nostro tifoso lo aveva chiamato per chiedergli un accredito perché in conflitto con la nostra società. Mi rendo conto che qualcosa è successo ma decido di non approfondire. Alla fine dell’ultimo allenamento prima di Natale i tifosi che solitamente assistono ai nostri allenamenti scambiano gli auguri con tutti tranne che con il sottoscritto, si, mi dico, è successo sicuramente qualcosa di cui io non sono al corrente.»
Più che comprensibile l’amarezza del coach, che ha sempre dimostrato di trovarsi bene a Jesi:
«Da sei anni il Pala Triccoli è casa mia e, sebbene nel mio pieno diritto, non ho mai impedito a qualcuno l’ingresso perché ho sempre sognato di unire una città al seguito della mia squadra. Non esiste un Marcello rancoroso, ce né uno e soltanto uno che si tiene tutto dentro e se ne dispiace ma continua costantemente a cercare di dare il meglio di sé e soprattutto cerca di tirare fuori il meglio dai suoi atleti. La mano di Marcello è e sarà sempre tesa, è una mano che non porta rancore ma chiede soltanto rispetto per il lavoro che svolge con la massima serietà e professionalità»
Magari le ultime due vittorie di fine 2025 hanno fatto ricredere il tifoso in questione che, va detto, è in ogni caso uno dei più assidui, sia in casa che in trasferta, resta il fatto che è andato a criticare nella maniera sbagliata una persona, che ha sempre dimostrato la massima serietà e professionalità. Poi, si sa, le partite si possono vincere e perdere, anche malamente come accaduto a Ravenna, ma certe corde non andrebbero toccate, nel pieno rispetto delle persone, soprattutto quelle che dello sport hanno fatto una professione.


