Due città, due sedi espositive e oltre cento immagini per raccontare uno sguardo lungo più di trent’anni sulla fotografia internazionale. Dal 21 dicembre al 2 giugno arriva nelle Marche Flat time is the right time. Corpi, luoghi e nature morte dalla collezione Pier Luigi Gibelli, la grande mostra fotografica promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi e dal Comune di Senigallia, a cura di Roberto Maggiori e Luca Panaro.
L’esposizione inaugurata venerdì 19 dicembre a Jesi, a Palazzo Bisaccioni, e sabato 20 dicembre a Senigallia, negli spazi di Palazzo del Duca, propone un percorso unitario che si sviluppa però in due capitoli distinti e complementari.
Corpi a Jesi, luoghi e nature morte a Senigallia
La mostra si articola infatti in una doppia sede: a Palazzo Bisaccioni di Jesi è ospitata la sezione dedicata al corpo, mentre Palazzo del Duca a Senigallia accoglie le immagini di luoghi, nature morte e still life. Una scelta curatoriale che consente di approfondire i grandi temi che attraversano la storia della fotografia, mettendo in dialogo autori storici e contemporanei.
I curatori hanno selezionato dalla vasta collezione di Pier Luigi Gibelli le opere di 67 fotografi internazionali, ciascuna sezione introdotta da una riflessione critica che guida il visitatore lungo il percorso visivo e concettuale della mostra.
La collezione come racconto del linguaggio fotografico
Flat time is the right time non è soltanto una rassegna di grandi nomi, ma anche una riflessione sul significato stesso del collezionare. La collezione Gibelli diventa strumento di lettura dell’evoluzione del linguaggio fotografico, restituendo una mappa fatta di ritorni, fratture, continuità e sperimentazioni.
Pier Luigi Gibelli, chirurgo plastico-estetico, ha iniziato a collezionare fotografia nei primi anni Novanta, seguendo una passione che rispecchia una sensibilità estetica affinata anche dalla sua professione. Ne emerge uno sguardo attento alla costruzione dell’immagine, al dettaglio, alla superficie e alla relazione tra realtà e rappresentazione.
Oltre la documentazione, verso la costruzione dell’immagine
Molte delle opere in mostra privilegiano la ripresa ravvicinata e punti di vista inusuali, che si allontanano dall’idea tradizionale di fotografia come semplice documento del reale. La fotografia, qui, non si limita a registrare ciò che esiste, ma costruisce nuove possibilità di visione, esplorando cromie, superfici e percezioni influenzate dalla mediazione visiva contemporanea.
Il fotografo diventa così protagonista attivo dell’immagine: non osservatore neutro, ma autore di un’azione che prende forma all’interno del paesaggio o del soggetto rappresentato, seguendo le regole di una poetica personale.
Autori solitari e rivoluzioni silenziose
Il percorso espositivo mette in luce anche alcune rivoluzioni interne alla storia della fotografia, spesso portate avanti da artisti difficilmente riconducibili a correnti o movimenti definiti. Poetiche solitarie, ma capaci di incidere profondamente nei cambiamenti ancora in atto nel panorama artistico contemporaneo.
Tra i numerosi autori presenti figurano, tra gli altri, Berenice Abbott, Luigi Ghirri, Mario Giacomelli, Gregory Crewdson, Paola Pivi, Robert Doisneau, Elliott Erwitt, Nan Goldin, Walker Evans, Edward Weston, Alec Soth e Joel-Peter Witkin, in un dialogo che attraversa epoche, stili e sensibilità diverse.
Un catalogo che amplia il percorso espositivo
Ad accompagnare la mostra è il volume Flat time is the right time. Corpi, luoghi e nature morte dalla collezione Pier Luigi Gibelli, curato da Roberto Maggiori e Luca Panaro, con testi di Mauro Carbone, Antonello Frongia e degli stessi curatori. Pubblicato da Quinlan Editrice nel 2025, il catalogo rappresenta un ulteriore strumento di approfondimento critico e visivo del progetto espositivo.
Con questa doppia mostra, Jesi e Senigallia si confermano luoghi centrali per il racconto della fotografia d’autore, offrendo al pubblico un’esperienza diffusa che invita a osservare il tempo, le immagini e la realtà da nuove prospettive.



