È un salto dentro mezzo secolo di creatività, quello proposto da “DigIntelArtMachia”, la grande antologica dedicata a Sandro D’Ascanio, in esposizione a Palazzo Bisaccioni fino al 6 gennaio. Una mostra che non si limita a ripercorrere la carriera del fotografo marchigiano, ma ne esalta la capacità di raccontare il mondo con un linguaggio che intreccia ironia, profondità e la continua tensione tra uomo e tecnologia già evocata nel titolo.
L’allestimento, promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi e patrocinato dal Comune di Jesi, offre una narrazione che va oltre la semplice cronaca visiva: un viaggio che attraversa geografie intime e universali, sguardi teatrali e frammenti di quotidianità, miti antichi e suggestioni contemporanee. Ogni immagine sembra suggerire ciò che sta oltre l’apparenza, portando alla luce ciò che spesso la realtà nasconde.
Un percorso in tre atti: dalla scoperta di Frasassi alla “pittografia” digitale
Curata da Roberto Gigli, l’antologica racchiude cinquanta anni di produzione suddivisi in tre grandi sezioni. Il visitatore è accolto dagli scatti inediti delle Grotte di Frasassi, realizzati durante i momenti epici della loro scoperta: fotografie di straordinario valore documentario e artistico, che restituiscono l’emozione del primo incontro con un mondo sotterraneo ancora sconosciuto.
Il percorso prosegue con le celebri interpretazioni dei soggetti teatrali, cifra stilistica inconfondibile di D’Ascanio. Qui l’artista scompone la scena, la riduce ai sentimenti, ai dettagli, alle trasparenze, agli sguardi che rivelano più di mille parole. È un teatro della vita, dove la fotografia diventa filtro sensibile e specchio emotivo.
La terza sezione è quella più sperimentale, dove l’esperienza analogica e gli strumenti digitali si fondono in un linguaggio nuovo. È il regno della “pittografia”, come D’Ascanio stesso definisce il suo metodo: un uso consapevole, quasi artigianale, dell’immagine digitale, che ricompone frammenti e ricordi in quadri contemporanei. In un’epoca di software e intelligenza artificiale, queste opere sottolineano la distanza profonda tra la creatività dell’uomo e il dato rigenerato da una macchina.
Il valore di un autore e di un territorio
“DigIntelArtMachia” vuole essere un racconto di identità collettiva. Attraverso l’obiettivo di D’Ascanio prende forma la storia di un territorio, dei suoi luoghi iconici e delle sue persone, così come la visione universale di un artista che ha saputo trasformare ogni immagine in un’interpretazione poetica del reale.
La mostra è visitabile tutti i giorni, a ingresso gratuito, dalle 9.30 alle 13 e dalle 15.30 alle 19.30, fino al 6 gennaio. L’artista ha voluto ringraziare per il sostegno la Fondazione CRJ, Mediolanum – Emanuela Anselmi, Acca Academy, il Circolo Cittadino Jesi e il Rotary Jesi-Federico II.
Un’occasione preziosa per scoprire – o riscoprire – il talento di un grande interprete della fotografia d’autore, capace di leggere il mondo attraverso immagini che continuano a parlare, oggi più che mai, con sorprendente attualità.


