Si è tenuta domenica pomeriggio, nella rinnovata sala congressi dell’ex – scuola di Poggio San Vicino, la presentazione della 28° tappa del cammino di San Romualdo. Il comune di Poggio San Vicino, infatti, sarà uno dei luoghi che il pellegrino si troverà a toccare. Durante l’incontro, molto partecipato e con una sala gremita di gente, si è raccontato lo spirito del cammino e l’importanza della tappa a Poggio San Vicino in questo percorso dedicato a San Romualdo.
Tra i relatori la giornalista Cristiana Simoncini, il presidente della “Viae Sancti Romualdi” Daniele Morelli ed il monaco cappuccino di Fonte Avellana dom Cesare Bovinelli. A moderare la serata la segretaria della “Viae Sancti Romualdi” Simona Fronzi, mentre il saluto ai presenti è andato alla sindaca Sara Simoncini, che si è detta molto contenta di vedere tanta gente partecipe ed ha spiegato quale sia stata la motivazione che ha spinto lei e l’amministrazione ad accettare questo ambizioso progetto: “il nostro comune è un piccolo Comune, ma ha tanto da dare e raccontare e sicuramente il pellegrino che verrà qui troverà tanta ricchezza e da questa tappa porterà con sé un bagaglio di esperienze emozionali”.
Daniele Morelli ci ha raccontato come il percorso parta da un progetto decennale che finalmente si è concretizzato con questo cammino che inizia da Ravenna, città natale di San Romualdo ed arriva a Fabriano, alla chiesa dei Santi Biagi e Romualdo, dove è conservato il corpo di San Romualdo. Questo percorso lungo ben cinquecento chilometri tocca, in trenta tappe, ben quattro Regioni: Emilia Romagna, Toscana, Umbria e Marche ( tra le tappe marchigiane anche l’Eremo dei Frati Bianchi di Cupramontana).
La parola è passata alla giornalista Cristiana Simoncini che ha illustrato le peculiarità della tappa di Poggio ed in particolare della valle di San Clemente, valle che racchiude diversi eremi in cui San Romualdo è vissuto, fino a morire nella celletta di San Biagiolo a Val di Castro. La tappa di Poggio è caratterizzata da una forte spiritualità, fatta dalla bellezza del paesaggio, dalla ricchezza dell’acqua, dalla storia che si conserva in questo territorio e dalla tradizione che lega questo luogo a San Romualdo, come i famosi “ginocchielli di San Romulado”.
A chiudere la serata l’intervento molto sentito del monaco dom Cesare Bovinelli che ha parlato dell’importanza del recupero della memoria, spronando i presenti a comprendere quanto i nostri luoghi siano una fonte immensa di ricchezza che va rivalutata. Questo progetto ambizioso del cammino è una grande opportunità per i nostri territori, che sono quelli scelti da San Romualdo ed altri santi, perché luoghi carichi di risorse naturali indispensabili per la vita, come l’acqua, e di spiritualità. Citando la parabola del buon seminatore, dom Cesare, ha chiuso con una speranza: “che il chicco di grano trovi qui il giusto terreno per crescere e svilupparsi”.


