Un convegno per raccontare Marconi, l’orologiaio inventore che ha segnato la storia del tempo nelle Marche
Un pubblico di appassionati, studiosi e curiosi ha partecipato domenica 23 novembre a un appuntamento organizzato nei locali del Museo della Mail Art, dedicato alla figura di Edoardo Marconi, orologiaio e inventore tra i più significativi del panorama marchigiano tra Ottocento e Novecento.
Nato a Scapezzano di Senigallia nel 1866, Marconi giunse a Montecarotto a soli vent’anni, attratto dalla presenza nel borgo di una fiorente fabbrica di orologi da torre. Qui iniziò come garzone nell’attività di Antonio Galli, diventandone collaboratore e, in seguito, erede della bottega, che diresse fino alla morte nel 1950. La sua firma compare su numerosi orologi ancora oggi perfettamente funzionanti in diversi comuni marchigiani – da Montalto Marche a Serra de’ Conti – testimonianze dell’ingegno di un artigiano capace di coniugare precisione tecnica e creatività.
L’incontro, organizzato dalla Rete delle Città del Tempo delle Marche, ha visto gli interventi del sindaco Giuseppe Paoloni, del ricercatore Pietro Sebastianelli, dell’orologiaio Sauro Corinaldi e dell’ingegnere Oronzo Mauro, direttore del Museo dell’Orologio di Montefiore dell’Aso.
Aprendo i lavori, il sindaco Paoloni ha ricordato la lunga tradizione orologiaia di Montecarotto, il cui prestigio affonda le radici nel 1827. Grazie a figure come Pietro Mei, Antonio Galli ed Edoardo Marconi, il paese si affermò in tutta Italia per la produzione di orologi da torre, caricati manualmente e costruiti con grande perizia artigiana.
Il ricercatore Sebastianelli ha approfondito la personalità di Marconi, sottolineandone la vena inventiva: detentore di brevetti depositati in Svizzera e Germania, spaziò dall’orologeria domestica alla realizzazione di sensori utilizzati nei primi tracciati cardiaci, dimostrando una visione moderna e un talento fuori dal comune.
Corinaldi ha offerto una lettura evolutiva della tecnica orologiaia, spiegando come, dalla metà dell’Ottocento, la standardizzazione dei modelli francesi e l’avvento dell’elettrotecnica abbiano progressivamente ridotto lo spazio per l’artigianato creativo, segnando una trasformazione profonda nel mestiere stesso.
L’ingegnere Mauro ha infine ribadito l’importanza di tutelare e valorizzare il patrimonio legato alla misurazione del tempo: un settore che, nelle Marche, rappresenta una tradizione di pregio ancora viva, come dimostra il ruolo attivo di Montecarotto all’interno della rete regionale. Annunciati anche gli eventi 2026, che faranno tappa a Ortezzano, Matelica, Montefiore dell’Aso e Monte Rinaldo.
La mattinata si è conclusa con un saluto affettuoso a Giulio Gagliardini, nipote di Marconi e ultimo garzone della storica bottega, oggi cittadino onorario di Montecarotto, impossibilitato a partecipare all’incontro.
Un appuntamento che ha riportato l’attenzione su un patrimonio artigianale e culturale prezioso, capace di raccontare una storia fatta di ingegno, passione e identità locale.



