Wednesday 1 October, 2025
HomeItaliaCronaca ItaliaRisolto un Cold Case di 13 anni, individuato l’omicida di Aldo Silingardi

Reggio Emilia — A distanza di ben tredici anni, l’omicidio di Aldo Silingardi, avvenuto a Correggio il 9 luglio 2012, ha finalmente trovato un presunto responsabile. Quello che era rimasto un “cold case” è stato risolto grazie alla tenacia investigativa dei Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Reggio Emilia e alla collaborazione del RIS di Parma.

La riapertura delle indagini e il ruolo della tecnologia

La svolta è arrivata dopo che la Procura della Repubblica di Reggio Emilia, guidata dal Procuratore Gaetano Calogero Paci, ha accolto la richiesta di riapertura delle indagini, coordinate dal Pubblico Ministero Maria Rita Pantani.

Il successo è dovuto alla meticolosa ricostruzione del delitto da parte del Nucleo Investigativo, che ha saputo evidenziare l’importanza cruciale di una impronta latente a suo tempo repertata. Su richiesta dei colleghi investigatori, gli specialisti del RIS di Parma hanno inserito l’impronta nell’A.P.F.I.S. (Automated Palmprint & Fingerprint Identification System – Sistema Automatico di Identificazione delle Impronte Palmarie e Dattiloscopiche), ottenendo un match positivo che ha permesso di identificare il presunto assassino.

Il plauso del SIM Carabinieri: fattore umano decisivo

Il SIM Carabinieri (Sindacato Italiano Militari Carabinieri) ha espresso pubblicamente il proprio plauso ai militari coinvolti, sottolineando come la risoluzione di un’indagine così complessa evidenzi la professionalità e l’acume dei Carabinieri di Reggio Emilia.

Il SIM ha voluto ribadire che l’utilizzo di tecnologia avanzata come l’A.P.F.I.S. si rivela decisivo solo quando è supportato da un “fattore umano di elevatissima qualità”. L’intuito, la tenacia e l’esperienza dell’investigatore rimangono la risorsa centrale e più preziosa in ogni attività investigativa, un plus che il Sindacato ritiene fondamentale tutelare e valorizzare.

La riapertura e la risoluzione di un cold case, conclude il SIM, non è solo un atto di giustizia per la vittima e i suoi familiari, ma rafforza significativamente la fiducia che la cittadinanza ripone quotidianamente nell’Arma dei Carabinieri.

Autore

Cristina Carnevali

Di professione avvocato, fondatrice di capocronaca.it. Già collaboratrice e direttore editoriale per realtà locali, vincitrice del Premio giornalistico "Giuseppe Luconi" 2020 nella sezione "quotidiani on line delle Marche", oggi guida della redazione di capocronaca.it. Appassionata di sport, ha fatto i primi servizi sul campo, per poi occuparsi a 360° dell'editoria e della comunicazione.