L’omicida reo confesso avrebbe ceduto durante l’interrogatorio di garanzia ed avrebbe indicato il luogo dove aveva lasciato il corpo della Pinna, poi rinvenuto dai Carabinieri
Palau, 25 settembre 2025 – Una svolta decisiva nelle indagini sulla scomparsa di Cinzia Pinna, la donna di cui si erano perse le tracce nella notte tra l’11 e il 12 settembre scorsi. A quasi due settimane dall’evento che ha scosso l’opinione pubblica, il caso Pinna si arricchisce di un nuovo, importante capitolo.
La Procura di Cagliari ha infatti comunicato di aver disposto un fermo di indiziato di delitto nei confronti di un uomo, indagato con l’accusa di omicidio volontario aggravato e occultamento di cadavere.
L’annuncio arriva dopo giorni di indagini serrate e un’attenzione mediatica che, a livello nazionale, ha tenuto alta l’attenzione sulla vicenda. Le accuse, in particolare quella di omicidio volontario, sono aggravate dall’uso di un’arma da sparo, un dettaglio che aggiunge un ulteriore tassello al quadro investigativo.
Sebbene non siano stati rivelati i dettagli che hanno portato al fermo, il provvedimento ha rappresentato un passo cruciale per la risoluzione del caso. Infatti l’uomo, l’imprenditore vinicolo Emanuele Ragnedda, ha ceduto durante l’interrogatorio, confessando di averla uccisa e indicando il luogo dove si trovava il corpo della donna.
Il corpo di Cinzia è stato ritrovato proprio dove aveva indicato Ragnedda, in un casolare all’interno della sua tenuta. La ricostruzione della serata trascorsa dalla 33enne ha condotto a lui, il quale aveva tirato in ballo anche un 26enne originario di Milano, che poi sarebbe risultato estraneo ai fatti.