Il 10 settembre si celebra la Giornata Mondiale per la Prevenzione del Suicidio, un’iniziativa promossa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e dall’Associazione Internazionale per la Prevenzione del Suicidio (IASP). L’obiettivo di questa giornata è aumentare la consapevolezza sul fatto che il suicidio è un fenomeno prevenibile, combattendo lo stigma e incoraggiando la discussione aperta sulla salute mentale. Per il triennio 2024-2026, il tema è “Cambiare la narrazione sul suicidio“, con un focus sul trasformare il silenzio e il pregiudizio in empatia, comprensione e sostegno.
Il suicidio in Italia: dati aggiornati al 2025
Al momento, i dati statistici più completi e recenti sui suicidi in Italia si concentrano sul fenomeno all’interno delle carceri, un contesto di grande vulnerabilità. Le informazioni disponibili non coprono l’intera popolazione italiana, ma offrono una panoramica significativa su un fenomeno in crescita in un ambiente specifico.
- Dati generali: da inizio 2025, il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria ha registrato 35 suicidi in carcere fino a luglio, una cifra che indica una tendenza preoccupante. Si tratta di un dato elevato rispetto agli anni precedenti, in cui la media annuale era di circa 73,5 suicidi.
- Profili delle vittime: La maggior parte delle persone che si sono tolte la vita in carcere nel 2025 sono uomini (25 su 27 casi analizzati fino a maggio) con un’età media di circa 44 anni. La fascia d’età più colpita è quella tra i 30 e i 39 anni. È rilevante notare che gli stranieri sono sovrarappresentati tra le vittime, costituendo il 40,74% dei suicidi pur rappresentando solo il 31,66% della popolazione detenuta.
- Circostanze e cause: Molti dei suicidi avvengono nei primi mesi di detenzione o in concomitanza con eventi stressanti come l’attesa del primo giudizio. Molti individui mostravano fragilità psicologiche preesistenti. La modalità più comune è l’impiccamento.
I giovani e i casi di suicidio
Secondo il report UNICEF del 2022, la salute mentale è una questione critica per i giovani: in 43 Paesi OCSE e UE, circa un adolescente su sei tra i 10 e i 19 anni ha una malattia mentale diagnosticabile. Inoltre, il suicidio è la quarta causa di morte più comune tra i 15 e i 19 anni, e i tassi variano notevolmente tra i Paesi.
L’Italia si posiziona favorevolmente, all’8° posto su 36 Paesi sulla salute mentale. Inoltre ha il 6° tasso più basso di suicidi adolescenziali (su 42 Paesi). In Italia tra i 15enni, la soddisfazione della vita è leggermente calata dal 76% (2018) al 73% (2022).
La soddisfazione per la vita tra i giovani è influenzata da diversi fattori, tra cui la situazione socioeconomica familiare, la pratica regolare di esercizio fisico, e la frequenza con cui parlano con i genitori. Anche l’uso dei social media gioca un ruolo cruciale: gli adolescenti che li utilizzano in modo moderato mostrano una maggiore soddisfazione rispetto a chi li usa in modo eccessivo o a chi non li usa affatto. L’uso dei social media, inoltre, è spesso associato a una percezione negativa della propria immagine corporea in entrambi i sessi.