Il 28 marzo si celebra la Giornata mondiale dedicata all’endometriosi. Sintomi e trattamenti della malattia che condiziona la vita di 3 milioni di donne italiane
Come avviene per tante patologie e tematiche legate alla sessualità femminile, anche dell’endometriosi si parla troppo poco e con troppa superficialità. Eppure essa è attualmente protagonista della vita di milioni di donne nel mondo. 190 per la precisione, secondo quanto riportato dall’Istituto Superiore della Sanità. Tra loro ci sono circa 3 milioni di donne italiane che hanno attualmente ricevuto una diagnosi.
Dal 2014, ogni 28 marzo ricorre la Giornata mondiale dedicata all’endometriosi, istituita per sensibilizzare sui sintomi, sui trattamenti e sulle nuove ricerche dedicate alla malattia. Ma cos’è di fatto l’endometriosi? E come condiziona la vita delle donne che ne soffrono?
Sintomi e trattamenti
Da un punto di vista medico, l’endometriosi è una malattia cronica ed invalidante.
L’utero di ogni donna è formato da una cavità che ospita il feto durante la gravidanza. All’interno di questa cavità si trova un tessuto chiamato endometrio che, come una confortevole culla, ha il compito di preparare ogni mese l’ambiente più adatto all’arrivo di un potenziale embrione.
Quando questo tessuto si trova al di fuori dell’utero, si ha l’endometriosi. La diagnosi avviene infatti quando viene rilevata la presenza di endometrio a contatto con altri organi come ad esempio ovaie, vescica, intestino, ai quali si impianta provocando lesioni ed infezioni.
Tale condizione non è affatto silenziosa ma si presenta con importanti dolori pelvici, generalmente in concomitanza con il ciclo mestruale. Il dolore diventa cronico quando si ripresenta per più di sei mesi consecutivi.
Man mano che la patologia progredisce il dolore può ripresentarsi anche nei giorni dell’ovulazione o durante i rapporti sessuali. Ci sono tuttavia alcuni casi in cui la patologia non si manifesta attraverso il dolore, e viene scoperta dalle donne perché non riescono ad avere una gravidanza. Dal 30 al 50% dei casi essa è infatti associata ad infertilità.
A seconda della storia clinica di ogni persona, l’endometriosi può essere affiancata ad alcuni trattamenti. In primis una terapia medica basata su trattamenti ormonali ed integratori per il dolore pelvico, o la cosiddetta “condotta d’attesa” trattamento generalmente associato ai casi di aborto incompleto che in presenza di endometriosi consiste nella scelta di non assumere alcuna terapia, né medica né chirurgica.
Nei casi più gravi si può invece essere costretti a ricorrere ad un trattamento chirurgico o alla ricerca di una gravidanza grazie alle tecniche di procreazione assistita.
Endometriosi ed esenzione
Il 10-15% delle donne soffre di endometriosi in età riproduttiva, con un picco che interessa le giovani dai 25 ai 35 anni. Come ogni malattia cronica la diagnosi, insieme al dolore fisico della malattia, porta con sé un importante impatto psicologico che si ripercuote sulla vita della donna, sulle sue relazioni col partner e sulla sfera sociale e lavorativa quotidiana. Il 14% delle donne affette da endometriosi è spesso costretta a ridurre l’orario di lavoro o nei casi più gravi ad abbandonarlo a causa del dolore cronico e persistente.
Vista la sua portata invalidante, l’endometriosi è inserita nei Livelli essenziali di assistenza. Chi ne soffre ai livelli più avanzati, in particolare al terzo e quarto stadio della patologia può dunque richiedere l’esenzione dal ticket e dal pagamento di alcune prestazioni specialistiche di controllo.