Saturday 9 August, 2025
HomeAttualitàAlluvione, presentato in regione lo studio sul fiume Misa

Dopo due anni dalla devastante alluvione del 15 settembre 2022 che ha coinvolto il territorio adiacente al fiume Misa (Senigallia e I territori dell’interno), non si è perso tempo.

È stato appena presentato uno studio approfondito sulla sicurezza idraulica del territorio condotto grazie al contributo congiunto di Fondazione CIMA (Centro Internazionale in Monitoraggio Ambientale), UNIVPM (Università Politecnica delle Marche) e UNICAM (Università di Camerino), con il coordinamento dell’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Centrale (AUBAC). Al centro dell’approfondimento, i risultati tecnici di uno studio durato circa due anni, finalizzato alla definizione di un programma organico di interventi strutturali in grado di garantire la sicurezza delle aree colpite. Dopo l’evento alluvionale del settembre 2022 infatti, è emersa con chiarezza l’impossibilità di ripristinare la sicurezza idraulica semplicemente ricostruendo quanto distrutto: era necessario un piano strutturale di prevenzione e riduzione del rischio idraulico, fondato su opere tra loro interdipendenti come l’allargamento degli alvei fluviali, la costruzione di vasche di espansione, e la sostituzione di ponti inadeguati.

Sicurezza idraulica: un nuovo approccio basato sulla prevenzione e la scienza

Un’iniziativa pionieristica coordinata da AUBAC sta ridefinendo il paradigma della sicurezza idraulica in Italia, passando da una gestione reattiva delle emergenze a un approccio proattivo basato sulla prevenzione scientifica. Il progetto, che ha visto il coinvolgimento attivo delle università, mira a salvaguardare le aree abitate lungo i corsi d’acqua maggiormente a rischio.

Il fulcro di questo cambiamento è la consapevolezza che non si può più affrontare il clima che cambia e i suoi eventi meteorologici estremi solo in termini di emergenza. La vera soluzione risiede nella prevenzione, da costruire con calma e lungimiranza.

Marco Casini, Segretario Generale di AUBAC, ha sottolineato l’importanza del lavoro svolto, in particolare sul bacino del Misa. “Grazie a questo progetto, il primo gestito a questo livello in Italia, abbiamo uno strumento che ci ha permesso non solo di aggiornare l’assetto idraulico del territorio, ma anche di identificare interventi specifici per la sua messa in sicurezza,” ha dichiarato Casini.

Un risultato diretto di questo studio è la possibilità di aggiornare progressivamente le mappe di pericolosità man mano che gli interventi di mitigazione vengono realizzati. Questo processo consentirà di liberare dai vincoli attuali i territori interessati, aprendo nuove prospettive per lo sviluppo e la sicurezza delle comunità.

In parallelo, l’adozione del prossimo Piano di Assetto Idrogeologico (PAI) distrettuale, che sostituirà l’attuale PAI Marche all’inizio del prossimo anno, porterà all’aggiornamento delle norme che regolano gli interventi edilizi di ristrutturazione e nuova costruzione.

Il Presidente della Regione Marche e Commissario per l’alluvione 2022, Francesco Acquaroli: “Quello di oggi è un incontro particolarmente significativo, perché presentiamo gli esiti di studi che sono fondamentali per programmare e realizzare le opere di messa in sicurezza e mitigazione del rischio attese da decenni sui territori della Valle del Misa, strategie che mirano a restituire un senso di normalità e sicurezza ai cittadini e alle imprese. Per quanto riguarda la mitigazione del rischio, stiamo lavorando per elevare al massimo i livelli di precauzione: gli interventi già realizzati, quelli in corso e quelli programmati rappresentano un impegno senza precedenti.”

Il presidente Acquaroli fa il punto sui lavori. “Le opere stanno procedendo con grande rapidità: sono già attivi cantieri per la ricostruzione dei ponti e per la realizzazione delle vasche di laminazione, alcune delle quali prenderanno il via già nei prossimi mesi”.

Prof. Luca Ferraris, Presidente di Fondazione CIMA: “Il sistema che abbiamo realizzato rappresenta un passo avanti fondamentale per la sicurezza idraulica del territorio ed è uno studio che guarda al bacino nel suo insieme. L’alluvione del 2022 è stata una tragedia che ha segnato profondamente questa regione, e non possiamo tornare indietro. Ma grazie a una stretta collaborazione con le istituzioni e l’Università Politecnica delle Marche, oggi abbiamo una visione chiara e fondata su cosa è successo e soprattutto cosa serve per proteggere le comunità del Misa. Lo studio rappresenta una risposta concreta alla necessità di protezione del territorio e propone vasche di laminazione, arginature e adeguamenti fluviali. Ora è fondamentale tradurre questi studi in azione, per trasformare la memoria di un evento drammatico in una cultura della sicurezza, in cui tutti, cittadinanza, istituzioni e scienziati, siamo chiamati a fare la nostra parte”.

Lo studio e le possibili soluzioni

Maurizio Brocchini, docente UNIVPM : “Il gruppo di Idraulica dell’Università Politecnica delle Marche, con il contributo dell’Università di Padova e in collaborazione con la Fondazione CIMA, ha realizzato uno studio per individuare le opere più efficaci nella riduzione del rischio di alluvione nel bacino Misa-Nevola, con particolare attenzione alla città di Senigallia. Attraverso avanzati modelli idraulici, sono state studiate sette casse di espansione lungo i fiumi Misa e Nevola, oltre ad idonee arginature sui corsi d’acqua Misa e Nevola. Rispetto all’’Assetto di Progetto’ del 2016, lo studio propone un numero minore di casse ma di volume maggiore, per ridurre costi e semplificare gestione e manutenzione. Le strutture sono state pensate per funzionare con il minimo utilizzo di componenti meccaniche, sfruttando al massimo la morfologia naturale del territorio e posizionandole dove il fiume storicamente esonda. Le soluzioni individuate permettono una significativa riduzione del rischio alluvionale, lasciando solo un rischio residuo molto contenuto, ulteriormente affrontabile nella fase di progettazione esecutiva. È importante ricordare che il “rischio zero” non è mai raggiungibile, ma è possibile avvicinarsi sensibilmente con interventi mirati ed efficaci”.

UNICAM, infine, ha analizzato e proposto gli interventi necessari nelle aree interne e nei territori collinari, spesso trascurati ma cruciali per una gestione integrata del rischio idrogeologico

Piero Farabollini, docente UNICAM: “L’Università di Camerino si è attivata per condurre valutazioni approfondite e analisi dettagliate sul territorio colpito. L’obiettivo è stato quello di studiare le condizioni di pericolosità idrogeologica e idraulica, redigere una mappa dei danni e individuare le azioni più efficaci per la mitigazione del rischio. L’evento meteorico ha colpito in modo particolarmente intenso le aree montane, con precipitazioni eccezionali in territori come Cagli e Cantiano. È quindi indispensabile progettare interventi strutturali e infrastrutturali capaci di rispondere alle nuove sfide imposte dai cambiamenti climatici. Attualmente, UNICAM sta sviluppando proposte di mitigazione da attuare sia nei centri abitati sia lungo i corsi d’acqua maggiormente interessati. Parallelamente, si lavora a una pianificazione seria e lungimirante, che tenga conto dell’evoluzione del clima e delle sue conseguenze sui fenomeni meteorologici estremi. Questo implica un cambio di approccio: non si può più ragionare solo in termini di emergenza. La vera risposta sta nella prevenzione, da costruire nei periodi di quiete, quando è possibile agire senza la pressione dell’immediatezza. Le università sono in prima linea, con un ruolo chiave nell’elaborare soluzioni scientifiche e sostenibili”.

Autore

Cristina Carnevali

Di professione avvocato, fondatrice di capocronaca.it. Già collaboratrice e direttore editoriale per realtà locali, vincitrice del Premio giornalistico "Giuseppe Luconi" 2020 nella sezione "quotidiani on line delle Marche", oggi guida della redazione di capocronaca.it. Appassionata di sport, ha fatto i primi servizi sul campo, per poi occuparsi a 360° dell'editoria e della comunicazione.