Sabato 25 marzo, presso il Centro Sociale “Colleverde” di San Paterniano, Daniele Trucchia e Morena Bompadre hanno incontrato i piccoli lettori di Storia di Libro, il volume che l’autore pubblicava solamente qualche mese fa assieme alla casa editrice Le Mezzelane. Avvalendosi della collaborazione dell’esperta di calligrafia, Daniele ha trasformato la presentazione del suo libro in un evento di ben più ampio respiro, in cui hanno trovato spazio riflessioni sulla scrittura e sul percorso a cui quest’arte è andata incontro attraverso i secoli.
L’autore, che ha scelto proprio un Libro di carta come protagonista del suo racconto, ha esordito calamitando l’interesse del pubblico con una domanda volta a stimolarne l’attenzione e la curiosità: «Perché scriviamo?». Le risposte fornite dai piccoli lettori hanno tracciato il sentiero verso il quale si è incamminato l’incontro, che ha visto Daniele e Morena lasciarsi completamente ispirare dai bambini. Guidati dalle loro domande, dalle curiosità che via via scaturivano nel proseguo della presentazione, i due artisti hanno traghettato gli ascoltatori nel complesso ed affascinante mondo della scrittura.
I temi dell’incontro
Si è partiti con una digressione relativa allo strumento a cui, per eccellenza, viene associata la scrittura: la penna. Dalla spiegazione su che cosa fosse un calamo – la prima penna con cui l’umanità ha iniziato a lasciar traccia delle proprie attività – fino alla stilografica, caratteristica proprio per il fatto di possedere l’inchiostro all’interno.
Non poteva mancare una riflessione sulla penna a sfera, inventata dal Birò, a cui l’illuminazione di creare uno strumento con simili caratteristiche venne proprio dopo aver visto giocare un gruppo di bambini con delle biglie. Appassionanti i retroscena del rapporto tra Birò e Bich; quest’ultimo, nello specifico, fu colui che approfittò dell’invenzione della penna a sfera per “arricchirsi alle spalle del Birò”.
E che dire della macchina da scrivere, il primo strumento in grado di velocizzare il lavoro d’ufficio e di rendere la scrittura un mezzo comunicativo sempre più agevole? Fu proprio il tacheografo l’antesignano della macchina da scrivere, a cui hanno fatto seguito nuovi modelli quali il cembalo scrivano, che Daniele ha spiegato “essere stati inventati soprattutto con l’intento di permettere ai non vedenti di scrivere, e dunque di comunicare”. A perfezionare queste brillanti invenzioni intervenne poi Camillo Olivetti, padre del celeberrimo Adriano, primo in assoluto a produrre una macchina da scrivere a livello italiano.
I piccoli lettori, incuriositi dalle notizie che Daniele ha fornito loro con linguaggio chiaro ed avvincente, hanno poi ascoltato con altrettanta partecipazione l’intervento di Morena Bompadre. L’esperta di calligrafia, che li ha introdotti al concetto di «bella scrittura» – questo il significato letterale di «calligrafia» – ha promesso loro “segnalibri personalizzati con i nomi di ciascun bambino”, nonché una dimostrazione dal vivo di come la bella scrittura possa arrivare a produrre opere d’arte magnifiche.
Dalle tavolette d’argilla alla scrittura sul pc
Si è poi passati a presentare i supporti tramite i quali sono state lasciate le prime testimonianze scritte. Dalle primordiali tavolette d’argilla ai fogli di papiro, il cui impiego risale all’antico Egitto, dove gli scribi, che scrivevano utilizzando i geroglifici, diedero vita alla celeberrima Biblioteca di Alessandria d’Egitto. Dal papiro si passò alla pergamena, il cui nome si deve proprio alla città di Pergamo, dove ne venne elaborata e perfezionata la realizzazione.
Infine, la curiosità dei bambini è esplosa letteralmente quando Daniele ha introdotto una parentesi dedicata alla carta. Dapprima creata a partire da “vestiti destinati ad essere gettati via”, in seguito tratta dagli alberi, è stata proprio la carta a rendere celebre un comune come quello di Fabriano, le cui rinomate cartiere sono famose in tutta Italia. Dall’impiego della carta all’invenzione della stampa da parte di Gutenberg, la scrittura è passata attraverso percorsi sempre più variegati ed è giunta ad assumere le caratteristiche odierne.
Effimera, digitale, sfuggente a qualunque tipo di contatto sensoriale, ma non per questo dimentica delle sue origini: è così che appare la scrittura al giorno d’oggi. Sempre meno carta o penne da impiegare per tener traccia di ciò che si fa. Eppure, in parallelo, i nostri computer si riempiono di file, documenti word e note volte a dimostrarci quanto la scrittura, nonostante le mutazioni a cui è andata incontro, continui ancora a rappresentare l’invenzione più straordinaria e sconvolgente della storia.
E quando Daniele ha domandato ai piccoli lettori se preferissero leggere tramite libri di carta o e-book, i partecipanti non hanno mostrato il benché minimo segno di titubanza: “Libri di carta! Nel computer devi aprire cartelle e cercare file di continuo, il libro basta sfogliarlo per trovare tutto lì. E poi, dovesse esserci un guasto di corrente, perlomeno non si rischia di vanificare il lavoro fatto”.