Il sipario si alza non solo per gli spettacoli, ma anche per la formazione. Con l’avvio della dodicesima edizione di “Banco di Scena”, il Teatro Pergolesi di Jesi si trasforma in un’aula speciale dove 39 studentesse e studenti delle scuole superiori cittadine imparano i mestieri del palcoscenico, unendo teoria, pratica e passione.
Protagonisti del progetto sono le ragazze e i ragazzi del Liceo Artistico “E. Mannucci” e dell’I.I.S. “Marconi – Pieralisi”, coinvolti in un percorso di P.C.T.O. (Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento) che ha l’obiettivo di avvicinarli al mondo dello spettacolo dal vivo, offrendo loro l’opportunità di sperimentare da vicino ruoli come scenografo, costumista, tecnico luci e social media reporter.
Dal banco alla scena: un ponte tra scuola e teatro
L’iniziativa, ideata nel 2014 da Massimo Ippoliti, docente del Mannucci, e Paolo F. Appignanesi, responsabile produzione della Fondazione Pergolesi Spontini, ha saputo negli anni evolversi fino a diventare un vero e proprio laboratorio permanente di creatività e inclusione. Gli studenti, suddivisi in quattro aree laboratoriali (Scenografia e Scenotecnica, Sartoria Teatrale, Illuminotecnica, Social Media Marketing e Produzione Multimediale), lavorano fianco a fianco con le maestranze del teatro, all’interno degli spazi professionali della Fondazione.
Il percorso formativo, cominciato nei giorni scorsi, proseguirà fino alla fine dell’anno scolastico, per poi riprendere a settembre con un calendario intensivo. Un modo concreto per “imparare facendo”, entrando in contatto diretto con il mondo del lavoro culturale.
Verso “Le ombre di Don Giovanni”: lo spettacolo finale
Il progetto culminerà il 28 settembre con la messa in scena dello spettacolo “Le ombre di Don Giovanni – Social Opera”, nell’ambito del XXV Festival Pergolesi Spontini. Si tratta di una performance originale che unisce teatro, danza e movimento-terapia, e che vedrà sul palco anche un gruppo di persone con disabilità fisica e intellettiva.
Un’occasione non solo per applicare quanto appreso durante i laboratori, ma anche per confrontarsi con il valore dell’inclusione e del lavoro condiviso.