Sunday 4 May, 2025
HomeItaliaCronaca ItaliaVico Equense: 44enne arrestato dai Carabinieri per stalking

L’uomo aveva un’ossessione per la donna, la foto della vicina incorniciata sul comodino

La storia che racconteremo si comprime in un termine denso di significati ancestrali: ossessione. Dal latino obsessio, assedio. Un’immagine potente che evoca una pressione logorante, simile all’assedio che antichi condottieri infliggevano a fortezze e armate, privandole di risorse vitali fino alla resa, senza necessità di scontri diretti. Un’azione insidiosa che mina l’autodeterminazione, corrodendo le difese interiori con la tenacia dell’acqua sulla roccia.

Oggi, le mura non sono quelle di un castello medievale, ma le sottili pareti che separano due appartamenti, e i colpi non risuonano su portoni blindati, bensì sulle imposte di una porta, eco di un’inquietante costruzione mentale.

Ci troviamo a Vico Equense, gemma incastonata nella costiera sorrentina, quel lembo di terra che si protende dal Vesuvio quasi a sfiorare la vicina Capri. Qui, una donna, che diventerà la protagonista involontaria di questa vicenda, vive da qualche mese in un tranquillo appartamento del centro. La sua esistenza scorre serena, scandita dalla consueta routine tra lavoro e tempo libero.

Ci troviamo a Vico Equense, gemma incastonata nella costiera sorrentina, quel lembo di terra che si protende dal Vesuvio quasi a sfiorare la vicina Capri. Qui, una donna, che diventerà la protagonista involontaria di questa vicenda, vive da qualche mese in un tranquillo appartamento del centro. La sua esistenza scorre serena, scandita dalla consueta routine tra lavoro e tempo libero.

Nel suo stesso stabile, nell’abitazione adiacente, risiede un uomo di 44 anni. Non condividono nulla, se non la prossimità fisica. Si conoscono appena, limitandosi a un fugace e cortese saluto quando i loro cammini si incrociano sul pianerottolo.

La donna è lontana dall’immaginare che il volto che incrocia brevemente sulle scale è oggetto di un’attenzione morbosa, coltivata anche tra le mura domestiche del vicino. In casa sua, gelosamente custodite, vi sono diverse fotografie di lei, alcune persino incorniciate con cura. Una di queste troneggia sul comodino, accanto al letto, divenendo l’ultima immagine impressa nella sua mente prima di abbandonarsi al sonno. Sono scatti prelevati dai profili social della vicina, elevata nel suo immaginario a fulcro di un’ossessione crescente.

Quel saluto sul pianerottolo, inizialmente casuale, si trasforma in un appuntamento sempre più frequente, quasi meticolosamente orchestrato. Il 44enne accorcia le distanze fisiche e si fa sempre più audace, arrivando a suonare ripetutamente alla porta della vicina con pretesti futili: offrire mele, limoni o una bottiglia di spumante. L’invadenza si estende al mondo virtuale, con messaggi sui social media che si fanno via via più espliciti e pressanti. Ogni mattina, sullo zerbino della donna compare un omaggio diverso, puntualmente e cortesemente rispedito al mittente: una rosa vermiglia, un rametto di mimosa deposto sul parabrezza dell’auto.

L’uomo esce allo scoperto, dichiarando i suoi sentimenti con un lapidario “Ti amo” recapitato via messaggio. La risposta è netta, inequivocabile, un rifiuto senza ombre di speranza.

Ma il corteggiamento si tramuta in un’ombra opprimente, instillando nella donna un crescente senso di paura. La presenza del vicino si fa soffocante: “Non è giusto che non posso stare con la donna che amo”, urla contro il muro divisorio. Ogni volta che lei esce, lui è lì. Anche quando si rifugia tra le proprie mura domestiche, lo sente passeggiare incessantemente davanti alla sua porta, spiandola dallo spioncino con un terrore che paralizza, vedendolo immobile, incapace di allontanarsi. Sotto la porta continuano ad insinuarsi lettere d’amore, mentre gli appostamenti si fanno costanti e angoscianti. I rifiuti reiterati innescano reazioni sempre più rabbiose e incontrollate.

Il 44enne diviene una presenza ossessiva. Le parla attraverso la parete, alzando la voce per farsi sentire, si apposta per ore davanti alla sua porta, nell’illusoria speranza di intercettarla e intavolare una conversazione. La pedina quando esce a piedi e la segue in auto nei suoi spostamenti lavorativi. Settimane di angoscia culminano nelle prime minacce, spingendo la donna a cercare rifugio e giustizia presso la stazione dei Carabinieri di Vico Equense. Racconta agli inquirenti ogni dettaglio di questo incubo quotidiano, trovando un inaspettato sostegno nella testimonianza di altri condomini, attoniti spettatori di una persecuzione sempre più palese.

I Carabinieri, sensibili alla gravità della situazione, organizzano un servizio di osservazione nei pressi dell’abitazione. Quando la donna esce, l’ombra del suo persecutore si materializza immediatamente alle sue spalle. La segue per diverse centinaia di metri, costellando il tragitto con apprezzamenti lascivi che ben presto degenerano in insulti. A quel punto, scatta il blitz. Le manette stringono i polsi del 44enne, dichiarato in arresto per il reato di atti persecutori.

La successiva perquisizione domiciliare svela l’inquietante portata dell’ossessione: numerose fotografie della vittima vengono rinvenute, stampate e meticolosamente conservate. Alcune fanno bella mostra di sé nella camera da letto. Tra queste, un ritratto in bianco e nero cattura un sorriso della donna rivolto all’obiettivo. Quella stessa immagine giaceva sul comodino del 44enne, racchiusa in una cornice d’argento, orientata verso il letto. L’ultimo sguardo prima di chiudere gli occhi, sigillando un’ossessione che ha finalmente trovato il suo epilogo grazie all’intervento delle forze dell’ordine.

Autore

Cristina Carnevali

Di professione avvocato, fondatrice di capocronaca.it. Già collaboratrice e direttore editoriale per realtà locali, vincitrice del Premio giornalistico "Giuseppe Luconi" 2020 nella sezione "quotidiani on line delle Marche", oggi guida della redazione di capocronaca.it. Appassionata di sport, ha fatto i primi servizi sul campo, per poi occuparsi a 360° dell'editoria e della comunicazione.