La nostra disavventura di ritorno da Fermignano
Tutto era filato liscio, nella giornata dedicata alla Jesina. Noi giornalisti ci eravamo organizzati da giorni, per quella che poteva e in effetti è stata la partita decisiva per il ritorno della Jesina in Eccellenza, compresa una sosta in un noto ristorante dalle parti del Furlo. Insomma, non solo giornalismo, piuttosto clima da escursione con un pizzico di turismo, come accaduto tante volte in passato, compresi gli anni della C, quando si scendeva spesso al sud.
Arrivati allo stadio di Fermignano, già stracolmo a poco meno di un’ora dal match, ci siamo chiesti se piuttosto non eravamo capitati ad una festa di paese o in una di quelle sagre che danno splendore a tante centri minori della nostra regione. Due, tre gazebi a mo’ di bar, in uno dei quali, nel quale veniva spillata la birra, sovraffollato. In effetti la cittadina pesarese ha vissuto la giornata come una festa, senza drammi e la giusta delusione dopo la sconfitta. Qualcuno dei tifosi, quelli più giovani, ci ha fatto perfino tenerezza: era evidente che aspettavano da giorni quello che doveva essere l’evento decisivo per conquistare la promozione.
Un bandierone bianco-azzurro enorme ha ricoperto completamente la tribunetta all’ingresso delle squadre, in quel momento ho capito il perché del drone che stava sorvolando da minuti il campo di gioco. Noi giornalisti stipati in mezzo al pubblico con sistemazioni di fortuna, per un po’ coperti dal bandierone fortunatamente chiuso a inizio partita. Non c’è voluto molto a capire come la società locale fosse impreparata a gestire la presenza di così tanti giornalisti arrivati da Jesi; gli unici ad avere un po’ di confort sono stati l’operatore e i telecronisti della tv presente per la diretta: per loro tavolo e sedie. Lo confesso, un po’ li ho invidiati.
La tifoseria ospite era stipata sullo sterrato dietro alle panchine: immagine romantica d’altri tempi, da prima degli anni della C, quando in trasferta capitava spesso. Presenti almeno trecento tifosi saliti da Jesi, non pochi per quello che è accaduto quest’anno, nei rapporti tra società e tifo organizzato.
E come per ogni escursione che si rispetti al ritorno io e Angelucci, più amico che collega, con l’articolo già messo online, ce la siamo presa davvero comoda chiacchierando allegramente, rientrando in città alle 20:00, alle prime ore di buio, dopo esserci goduti i bei paesaggi dell’entroterra. Già il buio, che malandrino ci ha tradito: nel risalire da Via Don Raffaele Veneri, una voragine, più che una buca che si trovava dietro a una curva (vedi foto), ci ha tradito. Gomma squarciata e sosta fuori programma in Via Paradiso. Dopo le imprecazioni di rito, dopo l’intervento di un amico che si è adoperato per montare il rotino in dotazione, l’auto è stata “messa in sicurezza” e portata a domicilio.
Tutto bello, tutto perfetto in questa giornata di giornalismo e non solo, ma resta il dubbio: l’Eccellenza vale bene una gomma? A chi di dovere l’ardua sentenza! Ma per favore metteteci un pezza prima possibile, perché se dovesse passare una moto, chissà cosa potrebbe accadere. Anche perché nella foto scattata stamattina si nota la proporzione tra la buca, una penna e la chiave dell’auto.