Il 21 febbraio, presso l’Aula Magna del Liceo Classico di Jesi, si è svolto il secondo appuntamento di “Incontri in-versi”, un progetto nato grazie all’iniziativa delle professoresse Laura Trozzi e Alessandra Marcuccini. L’evento ha visto la partecipazione di studenti e docenti in un dialogo intenso con il poeta marchigiano Umberto Piersanti e la poeta Silvia Comoglio, un’occasione preziosa per avvicinarsi al linguaggio poetico nella sua dimensione più autentica: voce, ritmo, esperienza condivisa.
L’incontro con Silvia Comoglio ha ruotato attorno alla sua recente silloge poetica, “Margit e un prato con fiori e farfalle dipinto a Terezín” (2023), un’opera che intreccia poesia e memoria storica, restituendo voce a vite spezzate nei campi di concentramento.
Un disegno come simbolo di resistenza
L’ispirazione per la raccolta nasce da Rozkvetlá louka s motýly (Un prato con fiori e farfalle), un disegno realizzato da Margit Koretzová durante la sua prigionia nel campo di Terezín. Un’immagine fragile, ma potentissima, che diventa un atto di resistenza contro l’oblio della storia. Attraverso un attento lavoro di ricerca tra archivi e documenti storici, Comoglio ha ricostruito la storia di Margit e della sua famiglia, restituendo loro un volto e una voce. Questo impegno l’ha portata anche all’istituzione di quattro Stolpersteine (pietre d’inciampo) a Plzeň, posizionate davanti alla casa in cui Margit visse da bambina, affinché il suo ricordo resti vivo nel tempo.
La poesia come strumento di memoria
Nel dialogo con gli studenti, Comoglio ha esplorato il valore della poesia come strumento per dire l’umano, per dare eticità al tempo e alla storia. Nelle sue parole, la poesia diventa un mezzo capace di imprimere una frattura nel tempo, una ferita che non si può ignorare. La sua lettura della silloge ha trasformato la poesia in esperienza concreta: il ritmo, i silenzi, le cadenze della voce hanno dato corpo alle parole, rendendo il momento di ascolto un incontro intimo con la memoria e la bellezza.
La poesia, dunque, non è solo un esercizio letterario, ma un atto di giustizia e resistenza: attraverso la parola, la storia di Margit e di tante altre vite dimenticate continua a vivere, a essere raccontata ed a parlare alle nuove generazioni.