Saturday 19 April, 2025
HomeAttualitàDomenica 9 febbraio a Jesi fedeli Avventisti, Cattolici e Ortodossi pregano insieme

Anche quest’anno avrà luogo la celebrazione della preghiera per l’unità dei Cristiani

Domenica 9 febbraio alle 16:00 nella chiesa della Comunità avventista in Via XX Settembre, avrà luogo la cerimonia di preghiera nella quale si uniranno le realtà cristiane della Diocesi di Jesi, ortodossa, avventista e cattolica, con la partecipazione dii padre Nicolae Popa prete ortodosso e primo parroco della Chiesa Ortodossa Romena di Jesi, il pastore Gionatan Breci della Chiesa Cristiana Avventista del 7° giorno di Jesi e l’amministratore apostolico della diocesi di Jesi mons. Gerardo Rocconi.

L’incontro è una proposta per ricordare la settimana di preghiera per l’unità dei cristiani che annualmente si celebra dal 18 al 25 gennaio e rientra nel cammino ecumenico che riprese papa Giovanni XXIII, nel Concilio Vaticano II. Questa giornata si svolge da tanti anni, fino allo scorso anno organizzata da don Vittorio Magnanelli ed ora da don Venish, da ottobre 2024 incaricato diocesano per l’ecumenismo.

«L’incontro di domenica 9 febbraio di fedeli avventisti, cattolici e ortodossi per pregare insieme non è una novitàha dichiarato mons. Gerardo Rocconiperiodicamente, ma soprattutto in occasione della settimana di preghiera per l’Unità dei cristiani  avvengono questi incontri come risposta a un’esigenza. Vicende storiche tristi hanno portato a una divisione fra i Cristiani. Tutto questo è contro il volere di Dio. Nel Vangelo di Giovanni Gesù dice chiaramente: “Che tutti siano una cosa sola. Che ci sia un solo ovile e un solo Pastore.”

Non è questo il momento per dire i motivi di queste divisioni, dove dietro c’è anche una componente dottrinale. Quello che voglio sottolineare è che ormai da tanto tempo è cominciato un percorso che guarda all’unità come un obiettivo verso il quale camminare. Non sappiamo i tempi ma per noi cristiani “divisi” è urgente dare segni di questa volontà, quei segni oggi possibili. Ecco il motivo di questi incontri di preghiera. Ma quello che è altrettanto importante è creare un clima di stima reciproca e di collaborazione soprattutto nelle opere caritative: e questo a Jesi sta avvenendo.

Nel momento in cui vediamo un mondo lacerato da odio, guerra, arroganza, è fondamentale rispondere all’invito evangelico che ci chiede di essere luce e segno di riconciliazione. Questo percorso ecumenico vuol essere anche un messaggio di incoraggiamento per l’uomo di oggi, stanco di vedere attorno a sé tanta morte e distruzione. Il cammino ecumenico in ultima analisi è un percorso di riconciliazione e di pace!»

L’incontro prevede l’ascolto di alcuni brani dell’Antico e del Nuovo Testamento e la consegna di una candela per simboleggiare la luce di Cristo, un gesto dal significato profondo che si ricollega a diverse tradizioni cristiane, in particolare al rito battesimale, dove la candela accesa rappresenta la nuova vita in Cristo e la chiamata a essere “luce del mondo”. La proclamazione della Parola, il gesto della luce condivisa e la recita comune del Credo Niceno-Costantinopolitano dimostrano che, nonostante le differenze dottrinali, esiste una fede comune che unisce e chiama alla collaborazione per la testimonianza del Vangelo.

«Questa preghiera non è solo un evento simbolicoha sottolineato don Venish – tutti i fedeli sono invitati a partecipare perché esprime un impegno concreto verso l’unità visibile della Chiesa, nel rispetto delle diversità, nella ricerca della verità e nell’amore reciproco. È un invito a guardare al futuro con speranza, fiducia e apertura al dialogo. L’ecumenismo non è solo collaborazione tra diverse chiese cristiane ma innanzitutto un incontro personale con Cristo, guardarlo negli occhi ognuno con la propria fede».

(foto dalla celebrazione che si è svolta lo scorso anno a Pianello Vallesina)

Autore

Giancarlo Esposto

Giornalista iscritto all’Ordine dei Giornalisti dal 1985 – tessera n. 52020 - e scrittore. Ha all’attivo numerose collaborazioni con emittenti radio-tv e giornali su carta e online. Nel 2010 medaglia d’argento per i 25 anni di iscrizione all’Ordine, nel 2020 tra i premiati del Premio Giornalistico Nazionale Giuseppe Luconi. Come scrittore, dopo alcune pubblicazioni di sport, relative alla sua attività giornalistica e dedicate al vernacolo, si è dedicato alla narrativa, pubblicando 5 romanzi; il più recente "Anagramma di donne". Pochi mesi fa ha pubblicato il libro "Dal taccuino di un cronista", racconti di oltre trent'anni di giornalismo. Una delle sue frasi preferite: “La letteratura, come tutta l’arte, è la confessione che la vita non basta.” (Fernando Pessoa).