Saturday 23 November, 2024
HomeDi libro in libro“Visioni macabre di un dio”: Francesco Zagaglia degli Zio Pecos ci proietta nel mondo dell’horror

Prosegue il viaggio nei meandri della scrittura che Francesco Zagaglia, leader della band osimana degli Zio Pecos, ha intrapreso nel lontano 2016. Dopo la pubblicazione de L’ultimo colpo (2016), Strade (2017), e dopo essersi cimentato nella composizione di raccolte poetiche quali Sdrammaturgia (2019) e Bianco, rosso e Verdicchio (2021), il chitarrista e cantante ci proietta nell’affascinante – anche se spesso e volentieri trascurato – mondo dell’horror.

Visioni macabre di un dio (2022), romanzo edito dalla Dark Abyss Edizioni, è l’opera che gli amanti del genere non possono in alcun modo lasciarsi sfuggire. Un romanzo in cui suspense, cupi paesaggi di campagna e antiche leggende si combinano a formare un connubio di mistero e tensione che tesse le file del romanzo fino all’ultima pagina; e che, a ben giudicare, sembra destinato a sopravvivere persino al finale del libro.

L’autore Francesco Zagaglia

La carriera di Francesco Zagaglia all’interno dell’ambiente musicale non ha bisogno di presentazioni. Dopo aver dato vita alla band degli Zio Pecos nel 2006, gli artisti – il frontman è affiancato da Thomas Bellezze, Nicola Emiliani, Luca Pucci e Luca Gatto (dal 2018) – l’hanno portata al successo mediante la pubblicazione di quattro album: “Tribù” (2011), “Oppure no” (2012), “Dentro le cose” (2018) e “Chiaroscuro” (2022).

Ad un certo punto del suo percorso professionale, tuttavia, l’espediente della musica pareva non essere più abbastanza per il leader degli Zio Pecos. D’altra parte, “la scrittura è un modo per ricrearsi” – come mi confidò l’artista stesso ormai qualche anno fa – e la letteratura, al pari della musica, deve il proprio impianto fondante alle parole, all’incastro perfetto tra gli accenti e il ritmo che le caratterizzano. Abile nel destreggiarsi con le parole, a prescindere dal fatto che vengano o meno abbinate ad una base musicale, Francesco non si è lasciato scappare l’opportunità da lanciarsi in un’impresa che lo ha stimolato ed appassionato: il suo primo romanzo horror.

“Visioni macabre di un dio”: la trama

Nel cuore della campagna italiana, le case sono rade. Una in particolare, un’antica villa storica, suscita inquietanti voci”: è questo lo scenario che si para davanti ai lettori di Visioni macabre di un dio. Un romanzo in cui l’horror trova la sua perfetta contestualizzazione proprio in un grigio, monotono e apparentemente statico paesaggio di campagna.

Una campagna che l’autore conosce molto bene, esente da specificazioni di luoghi, vie o città che la identifichino con maggior precisione. D’altra parte, il romanzo di Francesco potrebbe abitare qualunque parte d’Italia, essere ambientato al nord così come al sud. Poco importa che si tratti di una cittadina a pochi km dal mare o dell’entroterra: quel che conta è che, osservando gli scorci e gli angoli più inquietanti della campagna, si abbia la sensazione di muoversi all’interno di un paesaggio con meccanismi e dinamiche esenti dallo scorrere del tempo, e che non mutino al mutare dello scenario di riferimento.

I protagonisti del romanzo vedranno “l’oscurità insinuarsi nelle loro vite”. Un’oscurità che affonderà le radici proprio nei timori e nelle afflizioni che tormentano ogni singolo personaggio, ciascuno alle prese con un momento particolarmente difficoltoso della propria vita, in cui la strada da percorrere sembrerebbe essersi fatta improvvisamente tortuosa, impraticabile.

A partire dall’Irlandese, costretto a vedersela col dolore causato dalla rottura con la storica compagna Laura, fino all’amico d’infanzia Tom, tormentato da un dilemma che sembra attanagliare le sue giornate: rilevare o meno il negozio presso il quale lavora, di proprietà dei disinteressati coniugi Martini? Se a tutto ciò si aggiungono i conflitti interiori di Padre Robert, il cui rapporto con Dio parrebbe aver perduto tutte le certezze che un tempo lo avevano reso solido, la rosa dei personaggi è già presagio di risvolti appassionanti.

Ma il vero e proprio scossone, nelle vite dei protagonisti, arriverà in seguito al ritrovamento di un volume misterioso in una villa in cui nessuno parrebbe voler mettere piede. Ecco che gli ingredienti per un’opera che tenga il lettore col fiato sospeso fino all’ultimo si dipanano di fronte ai nostri occhi. Non resta che avventurarsi nella lettura di Visioni macabre di un dio, dunque, per scoprire quale oscuro male si abbatterà nelle vite dei personaggi, sconvolgendole da cima a fondo.

Con la sua prima prova legata al genere dell’horror, Francesco Zagaglia dimostra di aver indagato con acume e meticolosità i “punti d’ombra dell’animo umano, […] quei desideri nascosti, quelle bestie notturne che sbucano sotto la luna, rifiutati dalla ragione”. La singolarità dell’ambientazione rurale e il punto di vista innovativo da cui quest’ultima viene tratteggiata hanno fatto il resto: con Visioni macabre di un dio, in sostanza, avventura e godimento (e anche qualche batticuore di troppo) sono assicurati.

Autore

Vanessa Zagaglia

Laureata in Lettere moderne (2020) e in Filologia moderna (2023) presso l’Università di Macerata. Iscritta all'albo dei giornalisti pubblicisti dal 2023. Appassionata lettrice, e scrittrice per vocazione. Dal 2020 collabora con testate telematiche di impronta generalista e con settimanali che si occupano della sua realtà, quella osimana. La frase che più la rappresenta è tratta dal repertorio di De André: “Guadagnatevi il cielo, conquistatevi il sole”.