Duplice lutto a Pesaro, oltre alla morte di Claudio Morbidelli. Il saluto di Giorgio Girelli, Presidente Emerito del Conservatorio Statale “Rossini”
Doppio lutto a Pesaro, dopo la scomparsa di Claudio Morbidelli, la città perde un altro nome importante nel panorama della cultura musicale. E’ venuto a mancare oggi Gianfranco Mariotti.
Il sindaco Biancani lo definisce “l’uomo che più di tutti ha segnato la cifra culturale della nostra città negli ultimi decenni e a cui tutta Italia e il mondo devono tantissimo per il miracolo di bellezza e rigore costruito attorno al Rossini Opera Festival“.
Mariotti amava Pesaro, l’ha dimostrato durante tutta la sua vita, e a lei ha lasciato un’eredità di caratura mondiale, il ROF e con esso, l’amore fiero e orgoglioso dei pesaresi per il “loro” Gioachino Rossini. “È un tesoro che ci impegniamo a custodire e rinnovare, per rendere omaggio a Mariotti e al lavoro straordinario fatto dal “suo” festival”, aggiunge Biancani.
“Non è facile in queste ore trovare le parole – dice commosso Vimini -, né lui né avrebbe amate troppe, anche se tanto ci sarà ancora da raccontare sul suo lavoro e sul suo esempio, su cui ancora poggia la missione della piena restituzione del genio di Gioachino Rossini. Lo faremo, nei tempi e nei modi e con l’appropriatezza che merita la sua figura“.
Il Comune di Pesaro, Capitale italiana della cultura, aveva conferito a Gianfranco Mariotti il massimo riconoscimento istituzionale, la “Cittadinanza onoraria” nel giugno 2023, in occasione dei 90 anni.
La scomparsa di Gianfranco Mariotti ha scosso il mondo della musica, di cui è stato profondo sostenitore attraverso la collaborazione e le tante attività nell’ambito del Conservatorio Rossini.
“Mi colpisce e mi addolora la scomparsa di Gianfranco Mariotti, nè attenua l’intensa tristezza l’ineluttabilità degli eventi umani. Dopo decenni di contatti, collaborazioni, esperienze comuni lo “strappo” è comunque forte. Ne ricordo con gratitudine le sue partecipazioni alla inaugurazione degli anni accademici del Conservatorio Rossini, la sua ricorrente riflessione per cui “senza Conservatorio non avremmo avuto né Fondazione Rossini, né Rossini Opera Festival”.
Quando nel 1980 dette vita alla splendida “avventura” del Rof pensò di far capo al “capitale artistico” del Conservatorio, come rivelano le carte dell’Istituto di quegli anni. Anche se poi la prospettiva si rivelò impraticabile. Gli serbo riconoscenza per avermi invitato – quale presidente del Conservatorio – a far parte del consiglio di amministrazione del ROF ed ho sempre apprezzato il suo equilibrio e la capacità di smorzare situazioni imbarazzanti, come accadde quando Riz Ortolani, nella sua schietta spontaneità, criticò duramente senza parafrasi Mascagni per la musica composta per il film “Rapsodia Satanica” suscitando vivaci proteste dei docenti presenti al convegno, presso l’auditorium Pedrotti, sul noto compositore.
Ma il vero “miracolo” di Mariotti è stato il ROF sul quale molto si è scritto e si potrà scrivere. Solo una mente illuminata come la sua, congiunta alle sue capacità operative, potevano dar vita in un territorio privo di presupposti per grandi eventi musicali ad un Festival tra i più celebri al mondo.
Con sentimenti di vicinanza ed affetto ai suoi cari rendo onore a questo concittadino di cui si può dire che abbia “illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo artistico”, degno di essere nominato senatore a vita.“