Sabato 23 novembre, Roma ospiterà la manifestazione nazionale contro la violenza di genere organizzata dal movimento Non Una Di Meno. Con lo slogan “Disarmiamo il patriarcato”, il corteo partirà alle 14:30 da Piazzale Ostiense e si concluderà a Piazza Vittorio Emanuele II, attraversando le vie centrali della città in un percorso di denuncia e solidarietà.
Violenza di genere nel 2024: i numeri
Secondo i dati aggiornati all’8 novembre 2024, in Italia si contano già 104 vittime di femminicidi, lesbicidi e trans*cidi. Di queste, 87 sono femminicidi, mentre si registrano anche 5 suicidi di donne, 1 suicidio di un uomo trans e 10 casi in fase di accertamento riconducibili a violenza patriarcale. Inoltre, sono stati documentati almeno 44 tentativi di femminicidio. Questi numeri raccontano una tragedia sistemica che necessita di azioni concrete e immediate per essere arginata.
Il percorso del corteo: dalla denuncia all’azione collettiva
Il corteo attraverserà alcuni dei punti nevralgici della Capitale:
- Partenza da Piazzale Ostiense alle 14:30;
- Attraversamento di Viale Aventino, Via di San Gregorio, e Via Labicana;
- Arrivo a Piazza Vittorio Emanuele II.
Un cammino simbolico che unisce i partecipanti in una marcia collettiva, portando al centro del dibattito pubblico il tema della violenza di genere e la necessità di disarmare una cultura patriarcale che alimenta disuguaglianze e abusi.
Il messaggio chiaro: fermiamo il patriarcato
La manifestazione vuole essere non solo un momento di denuncia ma anche un invito all’azione collettiva contro il patriarcato, considerato il sistema che perpetua violenza e oppressione nei confronti delle donne e delle minoranze di genere. Non Una Di Meno in particolare, chiede con forza maggiori investimenti nei centri antiviolenza, educazione di genere nelle scuole, e politiche strutturali per garantire prevenzione, protezione e giustizia.
Partecipare alla manifestazione significa unirsi a un movimento globale che lotta per i diritti delle donne e delle persone LGBTQIA+, riaffermando che la violenza di genere non è un problema privato ma una questione politica e sociale.