Il patto vincola attori pubblici e privati ad ottimizzare e potenziare i servizi per i più piccoli
Si è tenuto nel pomeriggio di martedì 12 novembre, nell’Auditorium comunale “Giovanni Tebaldini” di San Benedetto del Tronto, l’incontro dei Sindaci di dodici comuni dell’Ambito Territoriale Sociale – ATS 21 (San Benedetto del Tronto (capofila), Acquaviva Picena, Carassai, Cossignano, Cupra Marittima, Grottammare, Massignano, Monsampolo del Tronto, Montalto Marche, Montefiore dell’Aso, Monteprandone e Ripatransone) con i dirigenti scolastici degli istituti scolastici del Piceno e i responsabili delle cooperative affidatarie di servizi educativi per la fascia da 0 a 6 anni per il rinnovo del protocollo di collaborazione che mette a sistema gli sforzi di tutte queste realtà verso l’ottimizzazione e il potenziamento della qualità dei servizi erogati per sostenere la crescita dei bambini.
Per il Comune di San Benedetto hanno presenziato il sindaco Antonio Spazzafumo e l’assessore alle Politiche Sociali e Politiche Giovanili Andrea Sanguigni, oltre alla responsabile dei Servizi per l’Infanzia del Comune, Rita Tancredi. L’incontro è stato condotto dalla Coordinatrice dell’ATS 21, Simona Marconi.
Il documento, che viene rinnovato ogni tre anni, prevede azioni a favore della continuità educativa nel passaggio dei bambini dai servizi educativi 0 – 3 anni (nidi e sezioni “Primavera”) alle scuole dell’infanzia e la condivisione di progettualità educative e didattiche in rete. Il protocollo contiene dunque compiti e finalità dell’attuazione sull’intero territorio comunale di un sistema integrato di educazione e istruzione per i bambini dalla nascita a sei anni di età, in ottemperanza alla riforma del settore scuola.
Grazie a questa modalità, i piccoli cittadini sambenedettesi – e non solo – entrano a far parte del sistema integrato di educazione e istruzione nazionale al quale il Comune di San Benedetto del Tronto ha aderito già nel 2017 con notevoli benefici anche dal punto di vista delle risorse messe a disposizione per il suo potenziamento.
Nel corso dell’incontro è stato evidenziato come i Protocolli Continuità 0-6 comunali e intercomunali, declinazioni territoriali del più ampio Protocollo 0-6 d’interambito piceno, rappresentino nello specifico lo strumento di governance per attuare il sistema integrato di erogazione dei servizi educativi dedicati alla fascia di età da 0 a 6 anni e dare così continuità alle azioni e alla diffusione delle “buone pratiche” già avviate nel precedente triennio di attività.
Con il rinnovo del Protocllo sono inoltre stati introdotte nuove azioni da realizzare in concerto all’interno della rete provinciale composta dai quattro ATS (21, 22, 23, 24), iniziative legate all’integrazione socio-culturale-educativo-sanitaria a favore delle famiglie con bambini piccoli: dal raccordo dei quattro Centri Pedagoci Terittoriali con il Programma Programma di Intervento per la Prevenzione dell’Istituzionalizzazione – PIPPI, al recepimento, sia del manifesto “Provincia Picena Gentile” siglato lo scorso anno, sia del Protocollo d’Intesa tra i Comuni capofila degli ATS 21, 22 e 23 e la Direzione Socio-Sanitaria dell’Azienda Sanitaria Territoriale – AST di Ascoli Piceno per la gestione integrata dei progetti e degli interventi sociali nell’ambito dei consultori familiari” e altre iniziative a sostegno della genitorialità.
“I servizi educativi per l’infanzia sono di grande importanza per lo sviluppo dei bambini e, quando parliamo di sviluppo dei bambini, parliamo di sviluppo dei cittadini di domani – ha detto il sindaco Antonio Spazzafumo -. Quando un Amministratore agisce sulle politiche dedicate all’infanzia, agisce sulla società nel suo complesso. La nostra Amministrazione ha puntato e sta puntando molto sui servizi sociali e sui servizi educativi, avendo a cuore il presente e, soprattutto, il futuro della comunità sambenedettese”.
“Questi servizi sono inoltre uno strumento di promozione dell’uguaglianza sociale – ha aggiunto l’assessore Sanguigni – in quanto garantiscono che ciascun bambino abbia accesso alle stesse opportunità educative, indipendentemente dallo status socio-economico della famiglia di appartenenza. È un gesto dovuto per le bambine e i bambini delle nostre comunità e per le loro famiglie, quello di dare continuità all’opera di integrazione e armonizzazione di questi servizi attraverso la collaborazione istituzionale dei nostri Enti”.