Dal Comune di Jesi
“Fin dall’inizio del mandato stiamo lavorando per mettere a sistema una programmazione e un metodo di lavoro che ci consentano di incidere sulle manutenzioni ordinarie. Ma, contestualmente, dobbiamo volgere lo sguardo anche al futuro, altrimenti la città si disegna anonimamente da sola”.
Parole dell’assessore ai lavori pubblici e all’urbanistica Valeria Melappioni che ben sintetizzano lo spirito che fa da sfondo allo spazio di partecipazione aperto al quartiere Prato. Qui, in particolare al Consorzio Agrario, si è aperta ieri l’interessante mostra dei progetti degli studenti di ingegneria edile e architettura dell’Università Politecnica delle Marche relativi alla riqualificazione del quartiere, con spaccati particolari anche su Santa Maria del Piano, Porta Valle, stazione ferroviaria e Grammercato. La mostra, che resterà aperta fino a venerdì prossimo con orario 17-19, ha concluso un lavoro che ha visto gli studenti lavorare per circa un anno.
E sempre ieri si è tenuto un primo incontro tra gli studenti, gli amministratori locali ed una rappresentanza delle varie categorie di cittadini del quartiere Prato (residenti, commercianti, professionisti, ma anche mondo della scuola, dello sport, della parrocchia e della comunità islamica) per confrontarsi sui temi che lo studio dei ragazzi ha individuato come di primario interesse e che sono stati oggetto di distinti tavoli: mobilità e infrastrutture, residenza e lavoro, attrezzature e servizi.
“Si è trattato – ha aggiunto la Melappioni – di una interessante occasione per far dialogare il mondo universitario che è proiettato nel guardare avanti con le esigenze del presente quotidiano di chi il quartiere lo vive o vi lavora”.
Un innovativo approccio di cui si potrà avere ulteriore riscontro giovedì 16 marzo dove, sempre al Consorzio Agrario, alle ore 17, si terrà l’incontro aperto al pubblico dove verrà illustrata la sintesi dei lavori svolti dai ragazzi con la restituzione dei risultati dei lavori partecipativi e dove sarà possibile ascoltare l’esperienza di Nasrin Mohiti Asli, uno dei sette professionisti che costituiscono il collettivo Orizzontale che da dieci anni promuove e sperimenta forme di interazione sociale attraverso un approccio inedito all’architettura. Con lui anche Mosè Ricci, docente di progettazione architettonica e progettazione dell’architettura.
I lavori degli studenti, arricchiti dagli esiti dei tavoli partecipativi e dallo stimolo offerto dai due esperti di architettura costituiranno il prezioso incipit per l’Amministrazione comunale per avviare un lavoro di progettazione strategica su questa porzione di città.