Sugli indagati pesano gravi indizi per reati di stampo mafioso, traffico di stupefacenti, estorsione, incendio, ricettazione e altri reati
Quest mattina, a Lamezia Terme e in altri centri del territorio nazionale, i Carabinieri del Comando Provinciale di Catanzaro, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia, hanno dato esecuzione ad un provvedimento cautelare emesso dal G.I.P. nei confronti di 59 indagati (50 in carcere, 9 agli arresti domiciliari).
Sono tutti indagati per reati legati ad associazione di tipo ‘ndranghetistico, associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, anche aggravata dalle modalità e finalità mafiose, nonché in ordine ad altri numerosi delitti come estorsione, concorrenza illecita, “corruzione”, “favoreggiamento personale”, “falsa testimonianza”, “incendio”, “ricettazione”, “falso ideologico”, nonché in materia di armi e numerosi reati in materia di coltivazione, detenzione, e commercializzazione di sostanze stupefacenti.
Secondo le articolare indagini, il sodalizio ‘ndranghetista era attivo nei territori di Maida e Cortale, soprattutto per lo spaccio di sostanze stupefacenti e lo sfruttamento del settore boschivo, facente capo ad esponenti della famiglia Cracolici, radicata tra la provincia di Vibo Valentia e il territorio del circondario di Lamezia Terme.
Nelle loro attività mafiose avevano coinvolto anche due esponenti delle forze dell’ordine, anch’essi destinatari del provvedimento cautelare.
Il monitoraggio è partito nel novembre 2021, su alcune piazze di spaccio tra il parco “Peppino Impastato” e via del Progresso a Lamezia Terme, grazie alle diverse attività captative, corroborate da importanti riscontri e sequestri a carico dei soggetti coinvolti in qualità di pusher o assuntori. Le indagini hanno portato a scoprire una più intricata rete di collegamenti, con la individuazione dei canali di approvvigionamento dello stupefacente gestiti da esponenti della famiglia Cracolici, in grado di movimentare grossi quantitativi di narcotico del tipo marijuana e cocaina.
Il traffico di stupefacenti riforniva gli spacciatori del Lametino, alcuni dei quali già in precedenza destinatari di misura cautelari, in procedimenti della Procura Distrettuale Antimafia di Catanzaro (c.d. “WAREHOUSE”, del febbraio del 2022, e c.d. “SVEVIA”, del febbraio del 2023).
Non solo, produceva anche grossi quantitativi di marijuana, attraverso cinque piantagioni in più siti ritenuti sicuri, a Lamezia Terme, Maida e Mesoraca, per un totale di 4.600 piante di cannabis indica.
Nel corso dell’attività investigativa sono stati tratti in arresto in flagranza per detenzione di stupefacenti 16 indagati e deferiti in stato di libertà altri 10 soggetti, nonché sequestrarti circa 150 chilogrammi di marijuana e diverse dosi di cocaina.
È emersa anche la disponibilità di armi da fuoco da parte di diversi soggetti monitorati, con il sequestro di 3 pistole clandestine e del relativo munizionamento.
Se qualcuno finiva in manette, si attiva na rete di false testimonianze con il solo fine di indurre in inganno il collegio giudicate ed ottenere sentenze di assoluzione.