Incredibile la notizia della chiusura del numero verde Arpam a partire dal 1 novembre.
I cittadini membri del Comitato per la Vallesina erano soliti, quando la puzza proveniente dagli allevamenti Fileni diventava insopportabile, chiamare il Numero Verde dell’Arpam per segnalare i loro disagi in modo circostanziato indicando l’intensità del disagio e le ore in cui si manifestava.
Per circa due anni questo sistema di segnalazioni è andato avanti ed ha convinto i Giudici della Procura prima e poi del Tribunale di Ancona della serietà del problema. Sono stati emessi infatti ben quattro Decreti Penali di condanna riguardanti le emissioni odorigene degli allevamenti di Ponte Pio, Ripabianca, Cannuccia nel Comune di Jesi e di Monte Roberto che certificano l’esistenza del reato di getto pericoloso di cose ex Art. 674 del Codice Penale.
Di fronte a questa espressa certificazione da parte degli organi giudiziari, cosa ci si dovrebbe aspettare da parte dell’Ente per legge deputato ai controlli ambientali?
Ci si sarebbe aspettato una intensificazione dei controlli ed una aumentata disponibilità nei confronti dei disagi dei cittadini, disagi che anche la giustizia ha riconosciuto reali.
Ed invece NO! L’Arpam chiude il numero verde, unico strumento, negli orari di chiusura uffici e nei fine settimana oltre che nelle festività, che i cittadini avevano a disposizione per chiedere aiuto all’Arpam, per segnalare emergenze ambientali tra cui “inquinamento dell’atmosfera qualora si manifesti sotto forma di episodi acuti e/o particolarmente gravi di disagi olfattivi”.
Viene ancora una volta dimostrato il disprezzo per i disagi dei cittadini, da parte di un Ente che invece dovrebbe nello specifico scusarsi con loro per le proprie mancanze presenti e passate.
Ricordiamo la campagna odorigena di Ripabianca del 2022 durata tre mesi che aveva trasmesso dati della ammoniaca di assoluta normalità e che poi è stata smentita da una rilevazione di 15 giorni dell’Arpa Lazio che ha registrato valori ben dieci volte superiori a quelli autorizzati.
Cosa ha fatto Arpam in quella situazione? Ha semplicemente detto (solo dopo il rilevamento dei dati dell’Arpa Lazio) che i sensori erano malfunzionanti!
Ricordiamo l’insensibilità dell’Arpam (cosi come quella di tutti gli Enti) alla richiesta dei cittadini e del Comitato per la Vallesina per la conduzione di campagne di rilevazione delle emissioni degli allevamenti serie, trasparenti e scientificamente rigorose.
L’Arpam ha risposto affidando la tutela dei cittadini a rilevazioni fatte dalla società Igenstudio, fornitrice abituale di Fileni.
La cessazione del Numero Verde è l’ennesimo oltraggio fatto ai cittadini, e qui parliamo di tutti i cittadini e non solo quelli del Comitato per la Vallesina, da parte di uno Stato che ha perso qualsiasi interesse alla tutela dei diritti fondamentali come la salute, l’ambiente ed il benessere ma che tutela
solamente gli interessi particolari di imprenditori attenti solo al loro profitto.
Ancora una volta non si risolve il problema ma si nasconde il problema!