A seguito delle recenti e devastanti alluvioni che hanno colpito la comunità di Valencia, causando la tragica perdita di oltre centocinquanta vite umane, il presidente dell’Ordine dei Geologi delle Marche, Piero Farabollini, ha espresso profonda vicinanza alla popolazione colpita. In un comunicato, Farabollini ha messo in luce le possibili cause dietro simili disastri, sottolineando le responsabilità derivanti dalle scelte umane e dall’importanza di una gestione oculata del territorio.
“Questo evento drammatico – ha affermato Farabollini – ci riporta alla memoria l’inondazione del 1957, quando il fiume Turia straripò, devastando il centro di Valencia e provocando 81 vittime. Dopo quella tragedia, le autorità decisero di deviare il corso del Turia per proteggere la città da future alluvioni. Tuttavia, con le recenti alluvioni, sembra che il fiume abbia parzialmente ripreso il suo antico percorso, ricordandoci quanto sia complessa la gestione delle dinamiche idrogeologiche, soprattutto in aree densamente urbanizzate”.
Secondo i geologi marchigiani, le alluvioni non possono essere attribuite esclusivamente al cambiamento climatico, sebbene questo influisca notevolmente sulla frequenza e sull’intensità degli eventi meteorologici estremi. La regione mediterranea, infatti, è storicamente soggetta a perturbazioni che possono avere impatti devastanti su aree già vulnerabili. La gestione del rischio idrogeologico richiede, dunque, non solo interventi strutturali ma una vera politica di prevenzione basata sulla comprensione delle caratteristiche geomorfologiche e storiche del territorio.
Prevenzione e pianificazione territoriale: i pilastri della sicurezza
Per i geologi delle Marche, un’efficace politica di prevenzione deve partire dalla conoscenza approfondita del territorio, accompagnata da un monitoraggio costante delle aree a rischio e una pianificazione territoriale attenta e lungimirante. “Le aree storicamente soggette a inondazioni, come Valencia, necessitano di un monitoraggio continuo e di un adeguamento delle infrastrutture esistenti, al fine di garantire non solo la sicurezza, ma anche la resilienza delle città” ha aggiunto Farabollini.
Questi eventi tragici rappresentano un monito anche per l’Italia, Paese in cui il rischio idrogeologico è particolarmente elevato. Gli esperti richiamano l’attenzione delle autorità sull’importanza di politiche ambientali preventive e della necessità di investire in tecnologie per le previsioni idrogeologiche, che permettano alle città di fronteggiare in modo efficace fenomeni sempre più frequenti.
Resilienza e sostenibilità: la sfida per il futuro
In conclusione, il presidente Farabollini ha ribadito l’importanza di un approccio integrato e scientifico alla gestione dei rischi, incentrato sulla prevenzione e sulla resilienza. “Solo attraverso uno studio scientifico e multidisciplinare del territorio, che integri competenze geologiche, meteorologiche e ingegneristiche, sarà possibile minimizzare i rischi per la popolazione e i danni alle infrastrutture e al patrimonio. La tragedia di Valencia ci invita a riflettere sulla necessità di una gestione sostenibile del territorio, orientata alla prevenzione e alla sicurezza collettiva.”