Saturday 26 October, 2024
HomeMarcheAttualità MarcheNelle Marche, il 30% della pasta è biologica e vale 22,5 milioni di euro di export

In occasione del World Pasta Day le Marche emergono per la produzione sostenibile e l’export di un prodotto di alta qualità

Il World Pasta Day, lo scorso 25 ottobre, ha ricordato l’amore per la pasta e il suo valore culturale, nutrizionale e commerciale. La regione Marche gioca un ruolo chiave in questa tradizione con una produzione di grano duro che raggiunge circa 3 milioni di quintali l’anno, posizionandosi quarta in Italia dopo Puglia, Sicilia ed Emilia Romagna.

Gli italiani, con un consumo pro capite annuo di circa 23,1 kg di pasta, continuano a preferire prodotti di qualità e possibilmente italiani al 100%, spinti anche dalla crescente trasparenza sull’origine del grano utilizzato. In questo contesto, le Marche rispondono a una forte domanda interna e internazionale con pasta prodotta a partire da cereali locali e varietà tradizionali.

Pasta biologica e filiera sostenibile

Un aspetto distintivo della produzione marchigiana è la sostenibilità: quasi un terzo dei terreni coltivati a grano nelle Marche, circa 23 ettari, è destinato all’agricoltura biologica. Questo risultato fa della regione una delle principali aree italiane per la pasta biologica, scelta che non solo valorizza il prodotto, ma lo rende più competitivo e apprezzato all’estero. La presenza di grani antichi, come la Saragolla e la Jervicella, contribuisce a una pasta più ricca di sapore e rispettosa della biodiversità agricola, un valore aggiunto che lega la tradizione alla crescente richiesta di qualità da parte del mercato.

Crescita dell’Export

La pasta marchigiana non si distingue solo per la sua qualità, ma anche per il crescente successo sui mercati internazionali. Nel 2023, il valore dell’export di pasta dalla regione ha raggiunto i 22,5 milioni di euro, dimostrando una buona ripresa dopo il rallentamento legato alla pandemia. Nel primo semestre del 2024, le esportazioni hanno già superato gli 11,6 milioni di euro, con un incremento del 12% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Questo trend positivo riflette l’interesse verso la pasta marchigiana nei principali mercati esteri, come Germania, Stati Uniti e Francia, dove la pasta italiana gode di una fama consolidata.

L’Impatto dell’etichettatura e la preferenza per il grano italiano

Un elemento che sta rafforzando il legame tra i consumatori e la pasta prodotta in Italia è l’obbligo di etichettatura sull’origine del grano, che garantisce trasparenza e favorisce la scelta di pasta realizzata con grano nazionale. Secondo Coldiretti e Ismea, penne e spaghetti italiani al 100% rappresentano ora il 40% del totale acquistato nella grande distribuzione organizzata, a dimostrazione di una preferenza sempre più marcata per la filiera tricolore. Questo trend si riflette anche nelle scelte dei principali brand del settore, che stanno puntando su prodotti con grano italiano per rispondere alle richieste di un consumatore attento all’origine e alla qualità.

Autore

Giorgia Clementi

Nata sotto il segno del leone, cresciuta nella capitale del Verdicchio. Dopo la maturità classica al Liceo Vittorio Emanuele II di Jesi scopro l'interesse per il mondo della comunicazione che scelgo di assecondare, dapprima con una triennale all'Università di Macerata, ed in seguito con una laurea magistrale in Giornalismo ed editoria all'Università di Parma. Spirito d'iniziativa, dinamismo, (e relativa modestia), i segni che mi contraddistinguono, insieme ad un amore unico per le bellezze del mio territorio. L'idea di fondare Capocronaca, insieme a Cristina, nasce all'inizio del 2023. Nelle sue fondamenta, la volontà di dare ai lettori una voce nuova da ascoltare e scoprire insieme a loro, cosa accade ogni giorno.