Affidi diretti sopra soglia e flusso incontrollato di soldi verso Roma
Più passa il tempo più l’Agenzia per il Turismo e per l’Internazionalizzazione delle Marche (Atim), voluta fortemente dalla giunta Acquaroli nel 2022, si conferma strumento di scarsa efficienza e dubbia trasparenza. Le ultime notizie apparse sulla stampa locale circa una strana serie di affidi diretti ha spinto il gruppo assembleare del Partito Democratico a fare il punto della situazione con la convocazione di una conferenza stampa aperta dalla proiezione di alcuni video girati in settimana e in giorni diversi che mostrano gli attuali uffici dell’Atim, ubicati nella sede della Camera di Commercio di Ancona, completamente vuoti durante l’orario di servizio nonostante la pianta organica dell’Agenzia preveda la dotazione di ben 12 unità lavorative.
“Qui non stiamo più parlando solo di un inutile carrozzone politico – ha affermato la capogruppo regionale Anna Casini – che peraltro è stato oggetto anche di severi rilievi mossi recentemente dalla Corte dei Conti, ma di un vero e proprio volano di sprechi, incarichi, contratti di sponsorizzazione e affidi diretti che non fanno altro che allungare le ombre su un’Agenzia divenuta il simbolo dello sperpero di denaro pubblico da parte della giunta Acquaroli, a cui sono corrisposti solamente gravi e crescenti disservizi per cittadini e imprese. La farsesca vicenda riguardante la vertenza tra Atim e la compagnia aerea Aeroitalia, che nei scorsi mesi tanto ha danneggiato l’immagine dell’Aeroporto delle Marche, oggi appare la punta dell’iceberg delle relazioni e dei rapporti sempre meno limpidi tra dall’Agenzia e soggetti terzi”.
A elencare i numeri che sembrerebbero scoperchiare il vaso di Pandora è stata la consigliera regionale Micaela Vitri: “Dopo le dure critiche espresse dalla Corte dei Conti, che ha definito i rapporti tra la giunta regionale e l’Atim “un coacervo inestricabile di atti e direttive”, ovvero centinaia e centinaia di provvedimenti che nessuno è in grado di verificare perché non appaiono in bilancio, abbiamo sentito il dovere di approfondire e provare a fare luce su quanto sta accadendo ormai da due anni all’interno dell’Agenzia. Ciò che abbiamo scoperto è la fuoriuscita di un significativo flusso di denaro che dal bilancio della giunta, passa per Atim, prende la strada per Roma, e in parte per Milano, attraverso una serie di affidi diretti, giustificati dal fatto che non ci sarebbero stati altri enti, imprese o società interessate a svolgere le prestazioni richieste. Ne cito tre particolarmente significativi. Uno dei più recenti riguarda la mostra “Papi e Santi Marchigiani a Castel Sant’Angelo”, organizzata nella Capitale e attualmente ancora in corso, con il versamento di 366 mila euro alla società C.O.R. di Roma per l’allestimento e la promozione. Il secondo concerne l’evento “La Vendemmia 2024”, svoltosi a Milano dal 7 al 10 ottobre, che ha visto l’assegnazione di 102 mila euro alla società eMMeventi con sede legale a Bergamo. Possibile che, in entrambi i casi, i servizi acquistati non avrebbero potuto essere oggetto di un bando di gara? Ma ancora più sorprendenti sono gli incarichi affidati per l’iniziativa “Marche DiWine”, svoltosi a Gabicce nel 2023. In questo caso sono addirittura tre le società romane interessate, per un totale complessivo che supera la somma dei 150 mila euro, quindi ben oltre la soglia prevista per l’affido diretto: si tratta della Ritoragency, che ha ricevuto 49.776 euro, la I Cube Italy, che ne ha presi 50.020, e la Vero Events, a cui ne sono andati 85.400. Certamente curiosa è la coincidenza che vede le ultime due società non solo condividere la stessa sede, ma addirittura lo stesso amministratore delegato. Coincidenza di cui chiederemo conto ad Acquaroli con una apposita interrogazione, perché è arrivato il momento che anche lui, non solo come presidente, ma anche come titolare della delega al Turismo, ci metta la faccia, spiegando a noi e a tutti i marchigiani se Atim serve a promuovere la nostra regione o a far circolare flussi di denaro in maniera incontrollata e incontrollabile fuori dalle Marche”.
Alza il tiro il consigliere regionale Fabrizio Cesetti, primo firmatario della proposta di legge per l’abrogazione della legge istitutiva di Atim, che ancora attende di essere discussa in aula: “Ora vogliamo conoscere come sono state spese le risorse messe a disposizione di Atim dalla giunta regionale. E lo vogliamo sapere fino all’ultimo centesimo. Ma voglio anche ribadire che questi scandali si sarebbero potuti evitare se il presidente Acquaroli e la sua maggioranza avessero ascoltato i suggerimenti dell’opposizione. Infatti, le criticità sollevate che ora vengono sollevate dalla Corte dei Conti sono esattamente sovrapponibili con quelle che io stesso evidenziai, in qualità di relatore di minoranza, al momento dell’istituzione dell’Atim e anche con quelle contenute in decine di atti ispettivi che il gruppo assembleare del Partito Democratico ha presentato in questi due anni. Il tempo, come sempre, è galantuomo e oggi ci troviamo di fronte a una situazione che inevitabilmente richiede di essere chiarita attraverso una commissione di inchiesta che andremo a proporre nei prossimi giorni. Perché, è ormai evidente, Atim è stata creata dalla giunta regionale di centrodestra per bypassare le regole della Pubblica amministrazione, violando ripetutamente i principi costituzionali di efficacia, efficienza ed economicità. Nel frattempo arriveremo finalmente a discutere la proposta di legge per la sua abrogazione e voglio davvero vedere vedere, alla luce di quanto sta accadendo, chi avrà il coraggio di non votarla”.
Chiosa finale del consigliere regionale Maurizio Mangialardi, che sempre in tema di sprechi torna a sottolineare la questione dei testimonial Roberto Mancini: “Si tratta di un esempio da manuale di come ha operato Atim. Il nostro gruppo propone sin dall’agosto 2023 di rinegoziare o rescindere il contratto con l’ex Ct della Nazionale Italiana dopo le sue dimissioni e il trasferimento in Arabia Saudita. Sarebbe stata la cosa più logica per evitare sprechi di risorse: tutti si rendevano conto che Mancini non poteva più ricoprire quel ruolo di testimonial delle Marche da allenatore della nazionale saudita. Ma Atim e il presidente Acquaroli non hanno voluto ascoltare: hanno preferito ignorare il problema, mentre in modo ipocrita facevano scomparire Mancini da tutti gli spot, dalle pubblicità, dai cartelloni, dato che non era più un testimonial spendibile. C’è voluto un anno, ma alla fine anche Atim ha compreso che bisognava rivedere il rapporto con Mancini: così, lo scorso 31 luglio, veniva approvato un addendum al contratto il ruolo di Roberto Mancini come testimonial è delimitato a un solo territorio. Insomma, Regione Marche continuerà a pagare fino all’ultimo centesimo i 615 mila euro a Mancini per fare il testimonial solo in Arabia Saudita! Un investimento decisamente sproporzionato, anzi un vero e proprio spreco, visti i volumi quasi nulli del turismo saudita verso le Marche.