Thursday 19 September, 2024
HomeCulturaLa Vestale, il capolavoro di Spontini che aprirà la 57° stagione lirica del Pergolesi

L’opera che consacrò Gaspare Spontini tra i grandi compositori europei del suo tempo

La prossima stagione lirica sarà “dedicata a Spontini, nel 250esimo anniversario dalla nascita” aveva annunciato il Direttore artistico Cristian Carrara lo scorso aprile, alla presentazione delle opere che faranno parte della 57esima Stagione lirica e di tradizione di Teatro Pergolesi.

Di fatto, saranno due i capolavori del compositore marchigiano che verranno proposte al pubblico nel corso dei prossimi mesi, I quadri parlanti e La Vestale che, il prossimo 18 ottobre inaugurerà l’intero cartellone. Ma di cosa parla l’opera che, più di ogni altra, rese celebre Spontini nel mondo?

L’acclamato debutto reale

Risalente al 1805, l’opera fu rappresentata a Parigi per la prima volta il 15 dicembre 1807 al Théatre de L’Académie Impériale de Musique alla presenza dell’Imperatrice Giuseppina. Giulia, la Vestale, fu interpretata dalla grande cantante Caroline Branchu, affiancata dall’autorevole Etienne Lainez nella parte di Licinio. Ottenne un successo strepitoso e fu replicata ben duecento volte. Certe linee vocali, la fusione degli italianismi nella sensualità della lingua francese, la scenografia antica, ricca di templi, aquile imperiali, le iconografie dell’antica Roma costituivano infatti dei riferimenti storici e ideologici in cui Napoleone e la corte imperiale, si riconoscevano perfettamente.

Il divorzio di Napoleone dalla moglie Giuseppina allontanò Spontini dalla sua protettrice ma non dall’Imperatore, che gli riservò sempre fiducia e protezione, come dimostrano i seguenti onori e cariche riservate al musicista marchigiano: nel 1809 gli viene commissionata, su suggerimento nel 1808 dello stesso Napoleone, un’opera di carattere storico-celebrativo, il Fernand Cortez; nel 1810 La Vestale ricevette il premio come migliore opera rappresentata nel decennio precedente; nello stesso anno Spontini venne nominato direttore d’orchestra del Théatre-Italien de Paris, carica che manterrà fino al 1812, e del Teatro dell’Imperatrice; nel 1813 venne anche nominato membro della giuria incaricata di esaminare i nuovi libretti presentati all’Opera.

L’opera segnò dunque un punto di svolta nella carriera del compositore italiano, proiettandolo al centro della scena musicale europea. Con un libretto firmato da Étienne de Jouy, essa era una potente fusione di elementi tragici, storici e patriottici, espressi attraverso una musica grandiosa e drammatica, che anticipò l’opera romantica.

Un’opera tra storia e mito

Ambientata nell’antica Roma, La Vestale racconta la storia di Giulia, una giovane sacerdotessa votata alla dea Vesta, e del suo amore proibito per il generale romano Licinio. La trama si svolge attorno alla tensione tra dovere e passione, esplorando le conseguenze della violazione del voto sacro di castità da parte di Giulia e la lotta di Licinio per salvarla dalla condanna a morte.

Nei tre atti che costituiscono l’opera infatti, Giulia e Licinio continuano ad amarsi nonostante il voto di castità fatto dalla sacerdotessa. Licinio, appena tornato trionfante da una campagna militare, decide di incontrarla di nascosto nel tempio. Durante l’incontro, la fiamma sacra di Vesta si spegne, un segno di sacrilegio per gli antichi romani che porta alla condanna a morte di Giulia.

Tuttavia, quando viene portata al supplizio, destinata ad essere sepolta viva, un fulmine cade all’improvviso facendo riaccendere il fuoco sacro; accadimento interpretato come un segno del perdono divino. Il dramma si conclude così con il lieto fine.

L’opera affronta temi universali come il conflitto tra l’amore individuale e le leggi divine, il sacrificio e la redenzione, riflettendo il clima culturale dell’epoca napoleonica, in cui il senso del dovere e della lealtà verso la patria erano valori fondamentali. La dimensione solenne della trama è rafforzata dalla musica imponente e austera, che si alterna a momenti di lirismo intenso.

La musica di Spontini: tra classicismo e romanticismo

Sebbene rientri pienamente nello stile neoclassico dell’epoca, La Vestale anticipa per molti versi l’evoluzione romantica dell’opera, soprattutto per l’intensità emotiva e la profondità psicologica dei personaggi.

Uno degli aspetti più innovativi dell’opera è l’uso del coro, che in La Vestale assume un ruolo centrale, non solo come commentatore delle vicende, ma anche come rappresentazione della collettività romana e delle forze divine che guidano il destino dei protagonisti. Spontini arricchisce l’opera con un’orchestrazione poderosa, capace di evocare atmosfere sacre e solenni, ma anche di dare voce ai tormenti interiori dei personaggi.

Particolarmente note sono le arie della protagonista Giulia, che attraverso una scrittura vocale raffinata e drammatica, riesce a esprimere la profondità dei suoi conflitti interiori. Il personaggio di Licinio, invece, incarna l’eroe classico, disposto a sfidare il destino per amore, con arie che risuonano di nobiltà e coraggio.

Autore

Giorgia Clementi

Nata sotto il segno del leone, cresciuta nella capitale del Verdicchio. Dopo la maturità classica al Liceo Vittorio Emanuele II di Jesi scopro l'interesse per il mondo della comunicazione che scelgo di assecondare, dapprima con una triennale all'Università di Macerata, ed in seguito con una laurea magistrale in Giornalismo ed editoria all'Università di Parma. Spirito d'iniziativa, dinamismo, (e relativa modestia), i segni che mi contraddistinguono, insieme ad un amore unico per le bellezze del mio territorio. L'idea di fondare Capocronaca, insieme a Cristina, nasce all'inizio del 2023. Nelle sue fondamenta, la volontà di dare ai lettori una voce nuova da ascoltare e scoprire insieme a loro, cosa accade ogni giorno.