L’indagine condotta da Mysecretcase e Serenis: “il 54% dei giovani si dichiara insoddisfatto della propria vita sessuale”
“È più difficile fare bene l’amore che fare bene la guerra” scriveva sul finire del ‘600 la cortigiana Ninon de Lenclos. E se la guerra, anche se fatta bene, porta comunque morte e distruzione, fare bene l’amore porta benessere e salute. A ricordarlo ci pensa ogni anno l’OMS che, dal 2010, ha dedicato il 4 settembre al benessere sessuale con una Giornata Internazionale che mette al centro educazione, consenso, consapevolezza e conoscenza del proprio corpo per vivere meglio.
La ricorrenza globale, istituita dalla World Association for Sexual Health (WAS), si basa sull’idea che la salute sessuale sia un diritto umano fondamentale e, in quanto tale, riguarda la quotidianità di ogni persona, la propria felicità e libertà di espressione.
Non solo perché la tematica intreccia quella della salute e della prevenzione, ma anche perché, nonostante i progressi fatti, è ancora un ambito colmo di tabù, di cui non si parla mai abbastanza facilmente. Lo avevamo ricordato anche in occasione della Giornata internazionale dell’Orgasmo che ricorre ogni 31 luglio. Il fatto che, di sesso e piacere, si sia parlato per secoli solo attraverso la lente patologica e medica ha fatto sì che venisse trascurata l’altra faccia della medaglia. Quella del piacere, della conoscenza del corpo e del modo migliore per star bene attraverso la sessualità.
L’indagine di Mysecretcase e Serenis
Un problema comunicativo che coinvolge ogni generazione, con dati significativi specialmente tra i giovani adulti. Come messo in risalto da una recente indagine condotta da Mysecretcase e Serenis, che hanno deciso di allearsi per creare il primo percorso di sessuologia online in Italia, il 54,2% dei giovani italiani è insoddisfatto della vita sessuale.
Al sondaggio hanno partecipato oltre 25.000 persone, per il 77.9% facenti parte della fascia d’età 18-34 anni. Oltre il 70% dei soggetti in analisi dichiara di avere delle preoccupazioni riguardo alla propria vita sessuale, ma (quasi il 50%) ha molte difficoltà a parlarne con il/la partner. Solo il 5% degli intervistati dichiara di non parlarne con nessuno, tuttavia preferiscono parlarne con amici (il 47.8%), o online (il 37.3%).
Tra le tipologie più diffuse di preoccupazioni troviamo infatti la comunicazione con il partner (17,6%), seconda solo al calo/alla mancanza di desiderio sessuale (21,6%), e seguita dalla difficoltà a raggiungere l’orgasmo (17,1%).
Comunicazione, media e consenso
Le donne hanno in generale una maggior tendenza a preoccuparsi della propria vita sessuale (72.5% vs 65.4% degli uomini), mentre sembrano essere gli uomini quelli con le maggiori difficoltà comunicative all’interno della coppia, con il 64% degli uomini che non è soddisfatto di quanto riesce a discutere con il/la partner delle proprie esigenze o preferenze sessuali. Anche per le donne la percentuale di insoddisfazione sotto questo punto di vista rimane alta, con il 50%. “Questo squilibrio mette in luce una carenza importante nell’educazione emotiva e nel benessere sessuale – sottolineano gli autori dell’indagine – che non solo priva molte persone degli strumenti necessari per affrontare con serenità le proprie preoccupazioni, ma alimenta anche una cultura in cui la comunicazione su temi intimi rimane un tabù. Una cultura in cui anche i media svolgono un ruolo cruciale“.
E ancora una volta il sondaggio lo conferma: il 70% dichiara che il contesto sociale e mediatico influenza le proprie aspettative riguardo al sesso, posizionandolo subito dopo la salute mentale (84%) come fattore di influenza; subito dopo giocano un ruolo cruciale le relazioni pregresse (per il 42,7% delle donne e il 13,6% degli uomini), l’educazione familiare (per il 26,9% delle donne e il 6,7% degli uomini) e i traumi (per il 14,8% delle donne e il 2,3% degli uomini).
Tra i temi infine che i giovani considerano prioritari nei percorsi di educazione sessuale, il consenso e la comunicazione emergono come principali (28,4%), seguiti dalla prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili, dai metodi contraccettivi, e dalla comprensione e normalizzazione delle figure professionali legate al settore.