Un giovane è stato ferito da un coetaneo con una lama, durante una lite scoppiata sul lungomare Alighieri per gelosia
Quanto successo a Senigallia è, purtroppo, l’ultimo di una serie di episodi che accadono da tempo, non soltanto nella nostra città, ma ovunque in Italia, con preoccupante frequenza e gravità.
Ieri notte, intorno alle 3.30, due gruppi di giovani si sarebbero affrontati sul Lungomare Alighieri, a causa semrba di un diverbio scoppiato durante la serata per la gelosia nei confronti di una ragazza. Un giovane è rimasto ferito da una lama, spuntata fuori durante la rissa. Non versa in gravi condizioni ma si trova in ospedale.
Intanto l’intera comunità si interroga davanti al senso di fallimento nei confronti dei giovani, senza riferimenti né valori, pericolosi per sé stessi e per gli altri coetanei.
Si deve puntare sulla prevenzione, come affermano esponenti di FDI Cinzia Petetta, Responsabile provinciale Dipartimento per il Sociale, Massimo Bello, Responsabile del Dipartimenti provinciale e regionale Professioni e Politiche UE e Sandra Amato, Responsabile regionale Dipartimento Tutela delle vittime
“E’ l’intervento primario ed imprescindibile, per limitare e provare ad eliminare il problema della violenza tra i giovani. E’ necessario, in particolare, promuovere una cultura del rispetto e dell’inclusione, attraverso ‘campagne di sensibilizzazione’ nelle scuole e nei luoghi di aggregazione. Queste azioni devono coinvolgere non solo gli studenti, ma anche gli insegnanti, i genitori e tutti gli operatori che lavorano a stretto contatto con i giovani. Le istituzioni hanno il dovere di promuovere progetti e misure in tal senso”.
Epidosi come quelli di ieri, non sono isolati. Bande di giovanissimi, le cosiddette “baby gang”, costituiscono non solo a Senigallia ma in tutta Italia un “fenomeno sociale pericoloso, preoccupante e imbarazzante – proseguono – e spesso nascono in contesti di disagio sociale e familiare, e non solo, ove i giovani trovano il senso di appartenenza e di identità e di comunità, che non riescono a trovare altrove. E’ un fenomeno, in cui i giovani, a cui spesso spesso mancano riferimenti importanti, sperano di affermarsi“.
Inultile, secondo i tre amministratori, puntare sulle misure repressive, senza “un progetto sociale concreto, che realizzi attività solidali, civiche e culturali, non è sufficiente a contrastare questo fenomeno. Desideriamo ribadire l’importanza del coinvolgimento attivo e responsabile da parte dei genitori e delle istituzioni nella vita dei nostri giovani. È fondamentale che, nel concedere ai minorenni la libertà di uscire e socializzare, ci sia sempre un controllo adeguato da parte delle famiglie, oltre alla presenza delle forze dell’ordine e delle istituzioni, che devono garantire il rispetto della legge e delle regole.