Thursday 21 November, 2024
HomeIn evidenzaGeneral Contractor, tra poco si riparte; le prime impressioni di coach Ghizzinardi

Sembra ieri, pomeriggi e serate passati a seguire i play-off, la cena di fine stagione dove, tra addii e arrivederci, si era congedata la migliore formazione dell’era Basket Jesi Academy. Sembra ieri, ma idealmente è già domani, pochi giorni ancora e si riparte, con una squadra per larga parte confermata, ma con alcuni volti nuovi che promettono qualità.

Se c’è una persona che rappresenta la continuità di un progetto che vuole permettere a Jesi di rimanere in campionati importanti, è di sicuro Marcello Ghizzinardi, che nelle stagioni a Jesi, non ha mai “bucato” un obiettivo.

Dunque, passate le ferie, scavalcato il Ferragosto, si riparte.

In attesa di ritrovarlo, abbiamo voluto condividere con Ghizzinardi qualche anticipazione sull’anno che verrà.

«Come è stata allestita la squadra per il prossimo campionato – abbiamo chiesto -avere rinunciato a giocatori importanti, di valore, ne sono arrivati altri, forti e quotati. Che caratteristiche potrebbe avere la nuova squadra?»

«Abbiamo dovuto rinunciare a qualche giocatore, non solo per scelta, ma anche perché il mercato ha offerto alcune opportunità ai nostri protagonisti, per cui ci siamo dovuti guardare un po’ in giro. Direi che sostanzialmente c’è un esterno in meno, che poteva essere Casagrande, che giocava da ala grande, e abbiamo un lungo in più, anche perché ci siamo resi conto che ripeterci con quell’assetto, sarebbe stato molto difficile. Soprattutto nei play-off abbiamo visto che il “tonnellaggio” e i chili sotto canestro si sono fatti sentire e abbiamo sofferto in quella parte del campo, con quell’assetto di gioco. Abbiamo cercato di sopperire: non è che vogliamo stravolgere il nostro modo di giocare, però qualche attenzione in più, sotto canestro e in area, dobbiamo metterla, sia dal punto di vista difensivo, che offensivo».

«Diamo una occhiata al girone: c’è stato un certo rimescolamento, che idea ti sei fatto?»

«Sembra evidente che il girone è tosto, avendo cambiato la sistemazione da est-ovest a nord-sud, c’è stato un rimescolamento che purtroppo o per fortuna, perché alla fine si è livellato e abbiamo tutti da guadagnarne; nel nostro girone è clamorosamente finito un numero maggiore di squadre che l’anno scorso hanno fatto i play-off, poi ci sono alcune retrocesse eccellenti che vorranno immediatamente tornare su. Il girone è piuttosto complicato, ma va bene così. Vorrei piuttosto sottolineare che partiamo il 29 settembre e il mercoledì successivo c’è già l’infrasettimanale, quindi le squadre dopo cinque mesi di inattività, hanno subito una settimana intensa, poi una settimana di stop, quindi un altro infrasettimanale; insomma, nei primi quaranta giorni, abbiamo dieci, undici partite, che è una roba difficile da gestire, soprattutto per quanto riguarda la preparazione atletica. Immagina la situazione drammatica dell’anno scorso, per cui speriamo con accada nulla di difficile, comunque bisognerà fare molta attenzione.»

«Parliamo della nuova formula: ai play-off non vanno più le prime otto, poi i play-in per altri due posti nella griglia. Forse una complicazione in più, come la vedi?»

«La formula è complicata, perché ci sono troppe partite di regular season, poi i play-in. L’anno scorso pensavamo di essere in quella fascia di squadre tra la sesta e la quattordicesima; dicevamo “se le cose vanno bene arriviamo tra le prime sei, se invece vanno male, dobbiamo evitare i play-out”. Forse l’anno scorso eravamo tra quelli che speravano esistessero i play-in, anche se dopo è andata come è andata, molto bene, e non ci sarebbe stato bisogno. Penso però che sia la cosa più giusta, perché ci sarà grande equilibrio, poi nelle ultime partite non sarebbe male che ci fosse ancora tutto in bilico, evitando che ci siano squadre che non hanno più obiettivi, falsando il campionato».

«Novità anche questo format asimmetrico del calendario. Ma quello che salta maggiormente all’occhio, sono i quattro turni finali del girone di andata, in cui, su quattro partite ne affronterete ben tre in trasferta. Sicuramente una difficoltà in più, che ne pensi?»

«Sinceramente non ne ho mai capita l’utilità, anche quando è stata introdotta in campionati importanti; appunto perché non la capisco, non la commento. A fine anno sarà un periodo duro, perché si gioca il ventidue, il ventinove dicembre, il cinque gennaio, quindi ci sarà poco spazio per ricaricare le pile, per fare un richiamo atletico. Il cinque gennaio poi c’è il derby, un appuntamento da “bollino rosso”.»

«Immagino che starai seguendo le Olimpiadi. Assente l’Italbasket, per chi farai il tifo?»

«Ho visto i giocatori degli Stati Uniti che si sforzano, cercano di passarsi la palla, anche se non è troppo facile per loro, perché sono abituati ad essere le stelle nelle loro squadre, e per loro condividere le responsabilità diventa un problema, soprattutto quando trovano avversarie forti e preparate, come per esempio la Germania campione del mondo. Penso che possa essere questa la finale, se questo potesse servire a dare un posto in più alle squadre europee nelle prossime edizioni, forse sarebbe bene che vincesse la Germania.»

(nella foto, una delle più belle immagini della scorsa stagione)

Autore

Giancarlo Esposto

Giornalista iscritto all’Ordine dei Giornalisti dal 1985 – tessera n. 52020 - e scrittore. Ha all’attivo numerose collaborazioni con emittenti radio-tv e giornali su carta e online. Nel 2010 medaglia d’argento per i 25 anni di iscrizione all’Ordine, nel 2020 tra i premiati del Premio Giornalistico Nazionale Giuseppe Luconi. Come scrittore, dopo alcune pubblicazioni di sport, relative alla sua attività giornalistica e dedicate al vernacolo, si è dedicato alla narrativa, pubblicando 5 romanzi; il più recente "Anagramma di donne". Pochi mesi fa ha pubblicato il libro "Dal taccuino di un cronista", racconti di oltre trent'anni di giornalismo. Una delle sue frasi preferite: “La letteratura, come tutta l’arte, è la confessione che la vita non basta.” (Fernando Pessoa).