Sunday 24 November, 2024
HomeAccadde oggiAddio naja, 20 anni dalla Legge Martino

Il 29 luglio 2004, l’Italia abolisce la leva obbligatoria grazie all’allora Ministro della difesa Antonio Martino. Oggi però si pensa al suo ritorno

Il 29 luglio 2004 rappresenta una data storica per l’Italia, in quanto è entrata in vigore la legge Martino (dal nome dell’allora Ministro della Difesa), che ha di fatto abolito il servizio militare obbligatorio.

La Legge ha portato alla fine delle chiamate alle armi: a partire dal 1° gennaio 2005, i giovani non sono più stati chiamati a svolgere il servizio militare. Le Forze Armate hanno iniziato un graduale processo di trasformazione, affidandosi sempre più ai volontari per coprire i posti precedentemente occupati dai coscritti. L’abolizione della leva ha segnato un punto di svolta nel modo di concepire la difesa nazionale, spostando l’attenzione sulla professionalizzazione delle Forze Armate.

Perché è stata abolita la leva?

Le motivazioni che hanno portato all’abolizione della leva sono molteplici e complesse, ma tra le principali ci sono i cambiamenti geopolitici. La fine della Guerra Fredda e la diminuzione delle tensioni internazionali di allora (era il 2004) hanno reso meno necessaria la leva di massa.

C’è poi un motivo legato alle nuove tecnologie e modalità di gestione dei conflitti, che ha portato ad una evoluzione delle Forze Armate. Oggi è richiesto personale altamente specializzato, difficile da formare in tempi brevi attraverso la leva.

Non da meno, il malcontento dei cittadini. Infatti, una crescente fetta dell’opinione pubblica si opponeva alla leva obbligatoria, ritenendola anacronistica e limitativa delle libertà individuali dei giovani, soprattutto in un’età in cui perdere un anno significava tardare l’ingresso nel mondo del lavoro o compromettere un percorso di studio.

Quali sono state le conseguenze dell’abolizione della leva?

L’abolizione della leva ha avuto un impatto significativo sulla società italiana e sulle Forze Armate. In primis dal punto di vista della maggiore professionalità: le Forze Armate sono diventate più efficienti e professionali, grazie alla presenza di personale altamente qualificato. Altra importante conseguenza è l’impatto sulle spese dello Stato: l’abolizione della leva ha comportato una riduzione dei costi per lo Stato. Infine, abolita la leva, si sono aperti nuovi sbocchi occupazionali. I giovani hanno acquisito nuove opportunità lavorative, non più vincolate all’obbligo di prestare il servizio militare.

Oggi si pensa al ritorno della leva obbligatoria, favorevoli e contrari

A 20 anni dalla sua abolizione, si è aperto proprio in questi ultimi mesi, soprattutto in Europa, un dibattito sul riprostino del servizio militare obbligatorio. Sono stati gli scenari di guerra, esplosi in questi ultimi mesi, a determinare in alcuni capi di stato una riflessione, proprio in quei paesi che come l’Italia l’avevano abolito. Eppure molti studi sulle differenze tra coscritti (coloro che hanno effettuato il servizio di leva) e non coscritti (coloro che per motivi legati a studi, monoreddito, inattitudine psico fisica, non lo hanno effettuato) dimostra che dopo l’anno di leva, sono entrati nel mondo del lavoro con stipendi inferiori. L’altra faccia della medaglia, invece, vede una maggiore attitudine al rispetto dei valori istituzionali in chi ha fatto il militare.

Autore

Cristina Carnevali

Di professione avvocato, fondatrice di capocronaca.it. Già collaboratrice e direttore editoriale per realtà locali, vincitrice del Premio giornalistico "Giuseppe Luconi" 2020 nella sezione "quotidiani on line delle Marche", oggi guida della redazione di capocronaca.it. Appassionata di sport, ha fatto i primi servizi sul campo, per poi occuparsi a 360° dell'editoria e della comunicazione.