Due conferenze, una dell’attuale presidente Manetti e l’altra di Doriano Marchetti. Sul tavolo scelte passate e futuro incerto
Una giornata decisamente a tema Moncaro quella di giovedì 11 luglio con due conferenze stampa in mattinata e un Consiglio di amministrazione convocato d’urgenza nel pomeriggio.
Procedendo con ordine. La prima convocazione arriva dall’ex presidente Doriano Marchetti che ha invitato la stampa presso l’agriturismo Cadabò alle ore 11.00. Tempestivo, l’invito ad una seconda conferenza stampa, alle 10.30, da parte dell’attuale presidente di Moncaro Donatella Manetti presso la cantina della Cooperativa di Montecarotto. La convocazione di quest’ultima, si legge nell’invito, arriva “dopo l’Assemblea dei soci della Terre Cortesi Moncaro tenutasi il 9 luglio e prima di un CDA del pomeriggio dove sarà deciso il futuro di Moncaro“.
Manetti: “in passato scelte prese in assenza di potere”
Il testo letto dalla Manetti inizia proprio dall’Assemblea dello scorso martedì, nel corso della quale la Presidente dice di aver “informato doverosamente gli 85 soci conferitori e 3 soci finanziatori intervenuti, sulla situazione economico finanziaria ereditata alla data del 27 febbraio 2024 – 38 milioni di debiti da bilancio 2023 – delle numerose zone d’ombra del passato emerse, su cui sta indagando anche la Guardia di Finanza, delle ragioni per le quali nessuno prima si era accorto, delle scelte individualistiche prese in assenza di poteri e all’insaputa dell’organo esecutivo dell’ Azienda, tutte condotte che hanno messo i soci ai
margini della Cooperativa e trattati in maniera differenziata, come dipendenti e fornitori“.
“Un atto dovuto ai soci“, quello di metterli al corrente, come lo ha valutato la Manetti, “che hanno ricordato che non sono stati saldati per le vecchie annualità e hanno chiesto attoniti, informazioni per il futuro. Un futuro sicuramente non semplice su cui pesano le scelte del passato, indipendentemente da chi le abbia fatte e se questi era autorizzato, come l’istanza di fallimento presentata da un “fornitore di vino” e notificata all’Azienda 3 giorni prima dell’Assemblea dei soci del 9 luglio, che non aveva visto soddisfatte le sue pretese di credito già a dicembre 2023”. Da tale istanza deriva la convocazione obbligata del Cda del pomeriggio.
Finisce un’epoca di zone d’ombra
Tra gli esempi di scelte sbagliate fatte in passato, vengono citati “finanziamenti di scopo gestiti in maniera individualistica e progetti industriali non portati a termine, come l’investimento in Cina, in India, la partecipazione in altre Cooperative del territorio, I’ espansione sul Conero attraverso l’affitto di una famosa casa Vinicola, e l’`operazione in Abruzzo“.
“ Il 27 febbraio 2024 – ha concluso – è finita un’epoca avvolta da molte zone d’ombra, che sono emerse in maniera netta e nitida in questi quattro mesi, in cui non potevamo risolvere i problemi di 25 anni di gestione della Cooperativa, ma solo far emergere le problematiche che hanno afflitto sempre di più, come una tagliola, la Moncaro, e di cui molti erano a conoscenza. Abbiamo messo una netta linea di demarcazione con il passato, senza spiriti vendicativi o per regolare i conti. Abbiamo voltato pagina siamo oggi concentrati solo sul futuro di quest’azienda, dei soci e della viticoltura di un territorio splendido ed allo stesso tempo unico. È questo che hanno chiesto a gran voce i soci in Assemblea e su cui ci siamo subito attivati“.
Marchetti su Villa Medoro e Winemarche
Mezz’ora dopo, sempre intorno ad un tavolo, è invece Doriano Marchetti a parlare. Revocato dal suo incarico lo scorso 27 febbraio, l’ex presidente inizia a rispondere alle questioni sollevate negli ultimi mesi. Ad iniziare dalla cantina abruzzese Villa Medoro: “Sei i milioni di acconto versati, buona parte dell’importo complessivo che sarebbe dovuto essere di 8 milioni e mezzo di euro. 1 milione versato da Moncaro e 5 da Terre d’Abruzzo (società costituita, come deliberato dal Cda proprio per l’acquisizione di Villamedoro)“ a Federica Morricone“, attuale nuova socia e responsabile marketing e comunicazione di Moncaro.
Riguardo Winemarche si tratta, spiega Marchetti, di “una società veicolo alla quale Moncaro ha venduto 8 milioni e mezzo di vino. Wine Marche ha emesso sul mercato un bond con il quale ha pagato a Moncaro gli 8 milioni e mezzo attraverso due operazioni: una da 5 e una da 3 milioni e mezzo. Il tasso di interesse fisso che Winemarche paga sul bond è del 5,95% , costo che viene rigirato a Moncaro sonno forma di Mark-Up per complessivi € 505.750 a cui si aggiungono circa 50.000 € di costi di gestione fra compensi dei sindaci dello studio commerciale e gestione titoli“.
“Accesso ai documenti negato”. In India e Cina nessuna attività
Se l’Agenzia delle Entrate è presente, ha continuato poi, è perché “l’ho chiamata io. Si sono rifiutati, dal 27 febbraio, di farmi accedere ad ogni dato presente sul cloud. A Modena l’Agenzia delle Entrate stava verificando l’esercizio di Winemarche e aveva bisogno di alcuni documenti che però noi non potevamo reperire dato l’accesso negato. Per questo abbiamo chiesto all’Agenzia delle Entrate se riusciva a reperirli “.
Lo stesso giorno della revoca, racconta, ha dovuto “restituire immediatamente chiavi, carte aziendali e cellulari“. Negato anche l’accesso al cloud dei documenti e l’imposizione di due mesi di ferie forzate quando, commenta, “avrei potuto far parte del Consiglio ugualmente in diverse vesti“.
Riguardo negozi e appartamenti in Cina e in India afferma “se Moncaro ha degli appartamenti in Cina io non l’ho mai saputo. In India era stato fatto un progetto vent’anni fa di costruire una cantina con un partner indiano; progetto che poi abbiamo abbandonato perché non sostenibile“.
C’è una regia in quello che stanno facendo – ha concluso Marchetti: “vogliono distruggere Moderna perché a quel punto rientrerebbero in possesso dei suoi terreni, così da venderli. Al momento Moderna si è rifiutata di retrocederli. Il cosiddetto Sistema Moncaro che loro citano in maniera negativa fino al 27 febbraio esisteva ed era fatto di relazioni positive col territorio, con i clienti ed i dipendenti, di rapporti gestiti anche solo con una stretta di mano, in linea con i principi di Moncaro che avevano a fondamento un rapporto positivo con tutti gli stakeholders. La sua assenza, penalizzerà l’intero settore e tutto il comparto del verdicchio marchigiano“.