La messa in scena di Lettere dal Carcere e il riferimento a Piero Calamandrei. I 18enni di Jesi ricevono la Costituzione
“Nella nostra costituzione c’è un articolo che è il più importante di tutti, il più impegnativo per noi che siamo al declinare, ma soprattutto per voi giovani che avete l’avvenire davanti a voi. Dice così: È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e la eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese“.
Tali parole furono pronunciate da Piero Calamandrei nel 1955, nell’ultimo di sette incontri organizzati da un gruppo di studenti milanesi. Un ciclo di conferenze che destò grande interesse in tutta la città di Milano in particolare, per la portata dei relatori ospiti invitati a discutere sulla storia e il valore della Costituzione italiana. Tra questi anche l’ex membro dell’Assemblea Costituente della Repubblica italiana che agli studenti dedicò un discorso ancora oggi riferimento di ispirazione e riflessione.
Ne ha fatto riferimento anche il Sindaco di Jesi Lorenzo Fiordelmondo quando ieri, presso l’ex II circoscrizione San Francesco, ha consegnato la Costituzione ai diciottenni della città. “Un testo non solo formale ma che è anche un impegno perché sancisce diritti e doveri – ha affermato il primo cittadino ricordando tra tutti, l’articolo 3 del Testo, lo stesso riletto ai giovani del 1955 da Calamandrei.
“La Costituzione come carne viva“, che trova nell’impegno e nello spirito dei giovani il “combustibile” necessario per continuare a garantire la libertà.
A precedere la Consegna della Costituzione ai circa 70 ragazzi presenti, la messa in scena delle “Lettere dal carcere” di Antonio Gramsci, a cura dell’attore Pietro Piva.