Monday 25 November, 2024
HomeIn evidenzaGeneral Contractor sconfitta, ma esce dal campo a testa alta, Livorno in finale

Si sapeva ed era scontato che la General Contractor provasse a vendere cara la pelle, dimostrando di essere ben più della squadra vista, solo a sprazzi, nelle due partite di Livorno, e in effetti stavolta la squadra ospite se l’è dovuta sudare.

Dopo un primo quarto alla pari, un secondo in cui la squadra di casa ha cominciato a soffrire, un massimo svantaggio di 19 nel terzo sul 39-58, è uscita la General Contractor che conoscevamo, quella delle 24 vittorie di campionato, quella che ha chiuso la stagione tra le prime otto su trentasei complessive, quella che ha subito una media di 69 punti a partita.

E Livorno? Livorno a mio avviso si è confermata la migliore squadra vista al palaTriccoli quest’anno. Lo dico e lo sottoscrivo; forte in ogni elemento, un mix perfetto di esperienza (Fantoni, Ricci, Saccaggi, Lucarelli, Williams) e gioventù (Allinei, Bargnesi), tanta fisicità e presenza in campo. Già la fisicità e in definitiva qualcosa non torna, tipo 16 tiri liberi concessi agli ospiti, contro i 6 per Jesi; forse ci sarebbe aspettato il contrario, in ogni caso non è stato il fattore decisivo.

Più importanti, semmai, i due canestri di Ricci e del fanese Bargnesi che, sul più bello, hanno tolto di mano alla General Contractor, quella magnifica inerzia che avevano conquistato, il primo a 2’37” dopo il -1 conquistato da Bruno, al quale hanno fatto seguito due errori per il soprasso, prima dello stesso Bruno, poi di Merletto. Il secondo di Bargnesi a 47” quando Jesi si trovava sul -2 ed aveva appena fallito il canestro del sorpasso con Bruno.

«Non si può dire che non ci abbiamo provato – ha dichiarato coach Ghizzinardi – eravamo a meno 19 e avremmo potuto alzare bandiera bianca e accontentarci di una stagione positiva. Direi di non esagerare con i superlativi – ha aggiunto – perché in questo momento è inutile. Direi che più passerà il tempo e più si capirà il lavoro che è stato fatto quest’anno.»

Stagione che si chiude con una bella prestazione, figlia del carattere della squadra, che, tornando a difendere come sa fare, dopo il riposo ha concesso appena 29 punti all’avversaria. Certo, è mancato l’ultimo scatto, quello decisivo, in vista dello striscione del traguardo, ma una stagione così, a Jesi, la si aspettava da tempo. Ma bisogna accettare il verdetto senza drammi: questo è il basket, questi sono i play-off.

GENERAL CONTRACTOR JESI-LIBERTAS LIVORNO 69-72 (22-22, 12-21, 18-19, 17-10)

General Contractor Jesi: Merletto 5 (1/4, 1/5), Rossi 11 (4/6, 1/3), Marulli 17 (4/11, 3/6), Tiberti 13 (4/6, 0/3), Casagrande 5 (1/1, 1/4), Varaschin 12 (6/11, 0/0), Malatesta ne, Carnevale 0 (0/0, 0/0), Bruno 6 (3/6, 0/3), Nisi ne, Castillo ne, Valentini 0 (0/1, 0/0). All.:Ghizzinardi.

Tiri liberi 5/6 – Rimbalzi 34, 8+26 (Tiberti 9) – Assist 14 (Merletto 5)

Libertas Livorno: Williams 0 (0/3, 0/0), Fantoni 9 (3/4, 0/0), Tozzi 17 (7/13, 1/1), Ricci 16 (3/6, 3/6), Allinei 7 (1/3, 1/3), Buca 4 (2/5, 0/0), Bargnesi 7 (1/3, 0/2), Fratto ne, Madeo ne, Saccaggi 7 (1/2, 1/1), Lucarelli 5 (0/5, 1/4). All.: Andreazza.

Tiri liberi 15/18 – Rimbalzi 42, 11+31 (Williams 7) – Assist 9 (Williams 2).

Arbitri: Rizzi di Trissino (Vi) e Zancolò di Pordenone.

Spettatori: 1297

Autore

Giancarlo Esposto

Giornalista iscritto all’Ordine dei Giornalisti dal 1985 – tessera n. 52020 - e scrittore. Ha all’attivo numerose collaborazioni con emittenti radio-tv e giornali su carta e online. Nel 2010 medaglia d’argento per i 25 anni di iscrizione all’Ordine, nel 2020 tra i premiati del Premio Giornalistico Nazionale Giuseppe Luconi. Come scrittore, dopo alcune pubblicazioni di sport, relative alla sua attività giornalistica e dedicate al vernacolo, si è dedicato alla narrativa, pubblicando 5 romanzi; il più recente "Anagramma di donne". Pochi mesi fa ha pubblicato il libro "Dal taccuino di un cronista", racconti di oltre trent'anni di giornalismo. Una delle sue frasi preferite: “La letteratura, come tutta l’arte, è la confessione che la vita non basta.” (Fernando Pessoa).